News Sicilia

Agenzia di Stampa Italpress
  • PALERMO (ITALPRESS) – Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. Lo prevede […]

  • TORINO (ITALPRESS) – “Auguri di buon lavoro al nuovo presidente dell’ANCI, Gaetano Manfredi, il quale, ne siamo sicuri, saprà garantire e promuovere l’unità interna e l’autonomia dell’Associazione”. Questo il commento di Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale di ANCI Sicilia, che proprio questa mattina, prima dell’inizio dei lavori della 41esima […]

  • PALERMO (ITALPRESS) – I Carabinieri del Nas di Palermo, nell’ambito della strategia mensile di contrasto agli illeciti commessi nel settore ricettivo – alberghiero e della ristorazione, disposta a livello nazionale dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, hanno eseguito controlli a strutture turistico-ricettive del capoluogo, finalizzati a verificare le condizioni igienico sanitarie, strutturali ed […]

Concorsi e opportunità di lavoro

Il ministero della Difesa ha indetto il  concorso per allievi marescialli dell’aeronautica 2024. Trecento i posti a disposizione per il reclutamento di allievi che seguiranno il 27° corso biennale (2024 – 2026). La selezione Ecco i requisiti: I candidati devono essere in possesso dei seguenti requisiti: essere cittadini italiani; aver conseguito o essere in grado di conseguire entro l’anno solare in cui è bandito il concorso, un diploma di istruzione secondaria di secondo grado di durata quinquennale o quadriennale integrato dal corso annuale, previsto per l’ammissione ai corsi universitari; godere dei diritti civili e politici; aver compiuto il 17esimo anno di età e non aver superato il giorno di compimento del 26esimo anno di età; se minorenni, avere il consenso dei genitori o del genitore esercente la responsabilità genitoriale o del tutore a contrarre l’arruolamento volontario nelle Forze Armate; essere riconosciuti in possesso dell’idoneità psico-fisica e attitudinale al servizio militare; non essere stati destituiti, dispensati o dichiarati decaduti dall’impiego in una Pubblica Amministrazione; non essere stati condannati per delitti non colposi; se militare, non avere in atto un procedimento disciplinare avviato a seguito di procedimento penale; non essere sottoposti a misure di prevenzione; aver tenuto condotta incensurabile; non aver tenuto comportamenti nei confronti delle istituzioni democratiche che non diano sicuro affidamento di scrupolosa fedeltà alla Costituzione repubblicana e alle ragioni di sicurezza dello Stato; aver riportato esito negativo agli accertamenti diagnostici per l’abuso di alcool, per l’uso, anche saltuario od occasionale, di sostanze stupefacenti, nonché per l’utilizzo di sostanze psicotrope a scopo non terapeutico.


Siccità mai così dal 1989

Emergenza siccità in Sicilia, situazione drammatica: calo delle piogge del 50%, mai così negli ultimi 35 anni
I dati del Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano: le precipitazioni del mese di marzo non hanno portato ad un recupero del deficit di precipitazioni accumulato fin dall'autunno.Siccità severa, in alcuni tratti estrema. Una situazione che in Sicilia non si verificava dal 1989. I dati, e le conclusioni, sono quelle del Sias, il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano: l'ente regionale che si occupa di raccogliere ed elaborare i numeri su piogge e meteo nell'Isola. Le conseguenze sono quelle sotto gli occhi di tutti, a partire dal razionamento dell'acqua nelle case di Palermo previsto già da oggi (5 aprile), visto il calo della portata degli invasi di circa il 50%.
La media regionale delle piogge rilevate dalla rete Sias è di circa 36 millimetri, praticamente la metà della norma mensile, che per il periodo 2002-2023 è stata di 73 millimetri.
Le precipitazioni del mese di marzo non hanno portato ad un recupero del deficit di precipitazioni accumulato fin dall'autunno, ma hanno semmai accentuato le condizioni di siccità in alcune aree dove di nuovo gli apporti delle piogge sono stati pesantemente inferiori a quelli attesi in base al clima
 
 

Sicilia NATALITÀ QUASI AL MINIMO STORICO

Un dato che stima sottovalutando socialmente e che porterà il nostro paese tra un paio di decenni ad avere un'età media estremamente alta. Con grandi ripercussioni sul ricambio generazionale. NATALITÀ QUASI AL MINIMO STORICO
In Italia nel 2023, secondo i dati ISTAT, con 1,2 figli per donna, la fecondità è quasi al minimo storico. Nel 2022 era di 1,24. Prima Regione il Trentino-Alto Adige, seconda la Sicilia.
I nati residenti sono 379.000 (14.000 meno che l’anno precedente) con un tasso del 6,4 per mille (a fronte del 6,7 nel 2022). Solo nel 1995 si registrò una fecondità inferiore con 1,19 figli per donna.
Il Trentino-Alto Adige, con un numero medio di figli per donna pari a 1,42, continua a detenere il primato della fecondità più elevata del Paese, sebbene sia tra le regioni con la variazione negativa maggiore rispetto al 2022 (1,51). IN SICILIA 1,32 FIGLI PER DONNA CONTRO 1,2 IN ITALIA
Segue la Sicilia con un numero medio di figli per donna pari a 1,32 (contro 1,35 nel 2022).
Ed è proprio in Sicilia che le neo-madri risultano mediamente più giovani che nel resto del Paese: 31,7 anni l’età media al parto in Sicilia contro i 32,5 dell’età media in Italia.
La situazione complessiva della natalità in Italia diventa quindi sempre più il problema principale da affrontare con il massimo di determinazione e con provvedimenti chiari a tutela delle famiglie.

PONTE SULLO STRETTO, DOMANI IL VIA ALLA PROCEDURA PER GLI ESPROPRI.

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Domani sarà pubblicato sui quotidiani nazionali e territoriali di Sicilia e Calabria l’avviso di avvio del procedimento per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e alla dichiarazione di pubblica utilità, che sarà sancita con l’approvazione del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina da parte del Cipess. Lo si legge in una nota della Stretto di Messina. La pubblicazione è un atto conseguente all’approvazione da parte del cda della società dell’aggiornamento del progetto definitivo dell’opera, alla consegna degli elaborati progettuali ai ministeri e alle autorità e all’avvio della conferenza di servizi.
L’ITER PROCEDURALE
Per 60 giorni, a partire dal prossimo otto aprile, i soggetti i cui beni sono interessati dalle procedure espropriative per il ponte sullo Stretto, potranno rivolgersi per l’assistenza con personale tecnico, previo appuntamento telefonico e fare le proprie osservazioni. Lo scrive la società Stretto di Messina annunciando la pubblicazione domani dell’avviso diretto a chi sarà espropriato.
Ecco come funziona l’iter dalle slides fornite dalla Stretto spa. Per 60 giorni i soggetti interessati possono prendere visione degli elaborati e presentare osservazioni. Il Cipess approva il progetto definitivo e viene dichiarata la pubblica utilità. Arriva la comunicazione diretta ai soggetti coinvolti dall’attività di esproprio. A questo punto si parte con l’avvio della fase espropriativa. I soggetti coinvolti possono fornire ogni elemento utile per determinare il valore del bene. Stretto di Messina promuove la procedura bonaria con l’obiettivo di salvaguardare l’interesse delle parti. Per i terreni, entro 60 giorni dall’accordo bonario sarà corrisposto l’80% dell’indennità. Il restante 20% sarà erogato al rogito. Al versamento dell’80% si ha l’immissione in possesso. Il trasferimento della proprietà avviene al rogito notarile. Per i soli terreni, in caso di non condivisione dell’indennità, potrà essere avviata la procedura di occupazione anticipata anche prima dell’accordo bonario. Per i fabbricati l’indennità terrà conto anche di tutti gli oneri necessari al rilascio. In caso di non accordo, – spiega la società – l’espropriato può chiedere la determinazione dell’indennità in via amministrativa o giudiziale.

Medici i nostri non bastano

Sono cento i medici stranieri reclutati ed immessi in servizio o in fase di immissione, da parte della Regione siciliana in seguito all’avviso aperto, emanato dal dipartimento di Pianificazione strategica dell’assessorato della Salute, per sopperire alle carenze di personale del sistema sanitario siciliano. Il fabbisogno rilevato dalle aziende è di 1.494 unità.
«Aver già raggiunto in pochi mesi la quota di cento professionisti provenienti da Paesi extraeuropei che hanno risposto alla nostra chiamata è sicuramente un ottimo risultato - dice il presidente della Regione, Renato Schifani - Si tratta di personale con ottime professionalità ed elevate competenze specialistiche. I medici vengono contrattualizzati e immessi in servizio dalle aziende sanitarie e ospedaliere alle quali vengono destinati e sono inseriti prevalentemente nei pronto soccorso, dopo una formazione linguistica e con il supporto logistico dei sindaci dei Comuni dove si trovano le strutture nelle quali operano. Tutta l’attività di reclutamento è seguita dal dipartimento di Pianificazione strategica che in questi giorni valuterà altre candidature. Il mio governo sta facendo il possibile per mitigare il problema della carenza dei medici, in attesa dell’entrata in vigore della norma regionale che prevede un’indennità transitoria ai medici da destinare agli ospedali di frontiera e di soluzioni strutturali come l’aumento del numero di accessi ai corsi di laurea in Medicina».
Le discipline indicate nell’avviso sono cardiologia, chirurgia, gastroenterologia, ginecologia, medicina di emergenza, medicina interna, ortopedia, pediatria, anestesia, psichiatria, urologia e neurologia. Finora sono stati reclutati 64 medici e risultano già fissati per i primi giorni di aprile i colloqui per ulteriori 36 i cui curricula sono stati ritenuti idonei. Le richieste sono inserite secondo l’ordine cronologico di arrivo e valutate con cadenza almeno quindicinale da un’apposita commissione formata da capi dipartimenti di diverse aziende.


Liti e risse tra i clienti, chiuso locale a Palermo. Sanzioni per un altro pub

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Disposta in un caso la chiusura per dieci giorni. Oltre 5200 euro di verbale per l'altro locale. Il questore di Palermo ha disposto la sospensione, per la durata di dieci giorni, della Scia per somministrazione di alimenti e bevande di un locale del centro cittadino. La proposta di adozione del provvedimento, avanzata dai carabinieri, arriva dopo due gravi liti che hanno avuto per teatro proprio l'esercizio commerciale. In una delle due, iniziata all'interno del locale e degenerata in rissa all'esterno, sono rimasti coinvolti alcuni cittadini stranieri e per riportare la calma è stato necessario l'intervento di due carabinieri, che avevano appena terminato il turno di servizio, e delle volanti dell'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico.

Durante i numerosi controlli eseguiti da carabinieri e poliziotti, inoltre, è stata riscontrata in più occasioni la presenza, tra i clienti, di persone con precedenti. Inoltre, diverse e numerose sono state le richieste di intervento da parte dei residenti alle forze di polizia per fatti accaduti nei pressi del locale. Il provvedimento di sospensione per dieci giorni è stato notificato al proprietario. Un accesso ispettivo effettuato ieri sera da poliziotti, vigili urbani e personale dell'Azienda sanitaria provinciale in un esercizio commerciale nel quartiere Tribunale-Castellamare ha riscontrato violazioni amministrative e sanitarie e sanzioni per oltre 5.200 euro. Riscontrate diverse irregolarità di natura amministrativa, tra cui l'occupazione illecita di una porzione di suolo pubblico, la violazione del necessario nullaosta della Sovrintendenza beni culturali della Regione siciliana e del regolamento dehors del Comune, l'utilizzo di apparecchiature elettroacustiche con diffusione musicale difforme da quanto descritto nella relazione fonometrica.


ALTA TENSIONE NEL MEDITERRANEO, LA FLOTTA RUSSA TORNA NEL CANALE DI SICILIA.

 

Dal 28 marzo si susseguono segnalazioni di una misteriosa flottiglia militare russa che proprio giovedì scorso è stata avvistata ad appena 32 km a nord di Pantelleria. La formazione sarebbe composta da due navi militari: la Ivan Gren e la Alexander Otrakovsky. Insieme alle due unità navigherebbe la petroliera Kola. van Gren e Alexander Otrakovsky sono due navi anfibie  in grado di trasportare e far sbarbare veicoli e soldati non è pero dato sapere se le due unità sono cariche di mezzi e truppe. La Gren e la Otrakovsky, che appartengono alla Flotta del Nord, nella giornata del 29 marzo sono state segnalate 223 km ad est dell’Isola di Malta e ciò vorrebbe dire che le due navi potrebbero essere dirette verso lo scalo siriano di Tartus, il porto che il governo di Bashar Al-Assad ha concesso ai russi come base strategica nel Mediterraneo.

Altre due navi della Marina militare russa potrebbero però entrare presto nel Mediterraneo aggiungendosi alla Ivan Gren e alla Alexander Otrakovsky e ai sottomarini che incrociano nelle calde acque mediterranee. Si tratta dell’incrociatore “Varyag”, una delle più grandi unità russe e gemello del “Moskva” affondato dagli ucraini nel Mar Nero , e della fregata “Maresciallo Shaposhnikov” che attualmente si trovano nel Mar Rosso dopo aver condotto esercitazioni assieme alla Marina iraniana e a quella cinese. 

L’arrivo delle unità russe nel Mediterraneo preoccuperebbe particolarmente Italia e Francia, le due marine più potenti insieme alla Turchia presenti nel Mediterraneo, anche alla luce del recente addio delle grandi unità navali americane. Proprio nel mese di marzole tre navi militari Usa del Bataan Amphibious Ready Group – composto dalla portaerei Bataan (LHD 5), dalla nave da sbarco portuale Carter Hall (LSD-50) e dalla nave portuale da trasporto anfibio Mesa Verde (LPD-19) – insieme alla 26esima Unità di spedizione marina (Meu) imbarcata, hanno dato addio al Mediterraneo per navigare verso l’Atlantico e tornare a casa alle basi di Norfolk, in Virginia, e di Camp LeJeune, in North Carolina.russa.png


Incompatibili... per Merito

Da mesi non si fa che discutere della presunta, ed è giusto usare il termine presunta, visto i pareri legali che dicono il contrario, incompatibilità del neo sovrintendente del Teatro Politeama di Palermo, l’Avv. Andrea Peria. Il gioco delle presunte incompatibilità è storia degli equilibri politici in cerca di poltrone, questo è ben noto a tutti, ma la domanda che ci poniamo,da un lato  è certamente legata al rispetto delle regole che come tali vanno rispettate, ma anche all’ipocrisia che spesso ne governa la strumentalizzazione. Non crediamo che l’Avv. Peria abbia bisogno di alcuna difesa, tantomeno della nostra che non lo è, ma ci poniamo una questione di giusto parametro di giudizio. Prima di tutto stiamo parlando di un Ente Teatrale, pertanto di una risorsa per un’intera collettività, un luogo di cultura e identità, un luogo dell’anima per ogni singolo spettatore. Già questo dovrebbe far riflettere e ridimensionare i “titoloni” dei giornali, per un mero fatto di rispetto per il luogo e per ciò che esso rappresentano. Oltre a ciò forse bisognerebbe più guardare ai risultati… a quello che in qualsiasi altra parte del mondo che funziona, si chiama parametro di meritocrazia. Il teatro Politeama, è innegabile, è tornato a vivere, a essere un punto di riferimento per i cittadini, si è svecchiato con sperimentazione, uscendo dagli schemi classici della sinfonica per contaminarli con prosa e recitazione, di fatto aumentando l’offerta culturale per la città. Oltre a ciò se di merito e buona gestione vogliamo parlare: i bilanci del Teatro sono pubblici e risultano in attivo, l’affluenza al botteghino registra un aumento superiore al 30%, la funzionalità e la comunicazione del teatro è molto migliorata, facendolo uscire dal vecchio anonimato. Tutto questo, allora diciamo che è un mero caso. Così come lo è che avvenga a pochi mesi dall’insediamento del nuovo CdA e del sovrintendente Peria. Certamente è solo fortuna e non capacità manageriale… Perché essere incompatibili solleva molte più polemiche dell’essere bravi amministratori. Un paese che non riconosce il merito è un paese che non ha futuro e pertanto meglio cercare le incompatibilità rispetto agli scroscianti applausi di una platea sempre gremita.


La Città dimenticata e il suo Anello Ferroviario

LA CITTÀ DIMENTICATA. Ieri 25 marzo dopo ben 10 anni si sarebbero dovuti concludere i lavori per il prolungamento dell’anello ferroviario a Piazza Politeama a Palermo. Come si evince anche dall’insegna del cantiere e dal sito ufficiale dei lavori che esattamente recita: “L'opera è stata realizzata con un investimento totale di circa 180 milioni, di cui poco più di 45 milioni finanziati dalla Regione e il resto con fondi europei. I lavori si concluderanno entro il 2023 e l'apertura, prevista nel 2024, rappresenterà una tappa fondamentale per il completamento dell'anello ferroviario”. 10 anni e siamo ancora in alto mare, senza alcun chiarimento sull’andamento dei lavori e su quando gli stessi finiranno, per poter ridare dignità a una delle piazza più centrali e note di Palermo. Ben 10 anni non sono bastati… che controllo c’è sui cantieri infiniti di Palermo, sul rispetto dei contratti di appalto e consegna lavori? Nessuno. In 10 anni non si ultima un anello ferroviario in qualsiasi città nello stesso tempo si rifanno interi quartieri, stazioni e tratte. Da noi c’è sempre l’ incognita dell’inprevisto… chiamiamolo così.


I giovani vogliono fare impresa. Ma il sistema lo rende possibile?

Quale è il significato profondo di volere essere, diventare un imprenditore e che significato in più assume questa volontà al sud del nostro paese. Quanta voglia c'è nei giovani di mettersi in proprio, di credere nelle proprie idee e realizzarle. Io credo tanta. Ma diventare un imprenditore, realizzare un'idea oggi non è nel nostro paese una cosa affatto semplice. Dalle condizione ambientali, spesso complesse, al sistema infrastrutturale viario e tecnologico, alla burocrazia infinita, vale la pena ricordare che l'OSCE colloca l'Italia al 64° posto nella classifica dei paesi con più burocrazia, all'accesso al credito, il sistema bancario non finanzia idee ma presta soldi a chi può garantire garanzie finanziarie o immobiliari. In tutto questo quali sono le reali chance perché un giovane decida di mettere su un'impresa. Poche. Infatti ogni anno assistiamo alla desertificazione dei nostri giovani che finito il proprio percorso universitario, o ancora prima, preferiscono andare all'estero. Se non si interviene sugli assi strutturali e finanziari che presuppongono l'avvio di un'impresa e la consequenziale nascita di un imprenditore, non continuiamo a fare retorica sulle opportunità per i nostri giovani,

Nella foto il Prof. Salvatore Tomaselli


Nuova truffa on line. Arriva TicketEscort


Esclusivo abbiamo scoperto un nuovo tipo di truffa sui social legata a fantomatiche prestazioni sessuali. Ecco come funziona.

La truffa, tra le tanti esistenti, ancora non risulta nel decalogo degli innumerevoli raggiri che viaggiano sui social, ma noi l’abbiamo scoperta, abbiamo decisa di chiamarla Ticketescort. L’operazione funziona essenzialmente su Instagram. Quante volte scorrendo le storie degli amici ci imbattiamo in foto chiaramente a sfondo erotico o comunque molto ammiccanti. Il richiamo sessuale per alcuni è irresistibile… e si mette un “cuoricino” o addirittura si scrive un messaggio alla seducente ragazza, anche un semplice “ciao come stai”. Ecco che inizia il gioco. La ragazza risponde quasi immediatamente anche con un iniziale semplice: “io sto bene tu?”. Poi si esplicita sempre più iniziando una conversazione che all’inizio sembra quasi normale…. (come nelle foto riportate della chat che abbiamo intrapreso per scoprire la truffa) per poi dichiarandosi come escort e inviando tanto di tariffario per tipologia di prestazione e durata. Gli chiediamo pure quanti anni ha, almeno per una pur finta conferma che sia maggiorenne. ( Altrimenti non avremmo condotto l’inchiesta, stando al gioco, ma ci saremmo immediatamente rivolti alle autorità giudiziarie, pur consapevoli fin dall’inizio che la ragazza al 99% non esisteva. L’odore di truffa era troppo forte.) Però tutto sembra vero… è un escort e pertanto fa il suo mestiere. Ma è qui che inizia la truffa… la ragazza diventa sempre più esplicita e promette un paio d’ore d’amore indimenticabili… ma per prenotare e confermare l’appuntamento chiede, non di essere pagata in contanti al suo arrivo o presso sua abitazione, ma di comprare un ticket o Amazon o Steam (una sorta di buono spendibile al portatore) che si può comprare solo in contanti in qualsiasi tabaccheria. Il mal capitato, ancora inebriato dalle promesse di prestazioni superlative, dalla giovane età e dalle foto, compra il ticket. A quel puto scrive di averlo comprato e subito la ragazza gli chiede di mandargli una foto del biglietto quale condizione essenziale per confermare l’incontro, dicendo che tutti i suoi clienti fanno così per il primo appuntamento. L’ingenuo lo manda… Il biglietto che riporta un codice viene immediatamente caricato su un account della “ragazza” e il gioco è fatto. Poi la ragazza sparisce e non risponde più ai messaggi. Di fatto è chiaro che il profilo della giovine è falso, che non esiste nessuna ragazza, ma che dietro c’è una precisa organizzazione che incassa i buoni e li carica sui propri account in una delle due piattaforme dove li può spendere per acquistare qualsiasi cosa vogliano. Di fatto non c’è possibilità di rintracciare l’account e nessuno va ad sporgere denuncia per 50, 100 o 150 euro e soprattutto per la vergogna. Così facendo queste organizzazioni aggirano i filtri dei social (non ci sono foto di nudo esplicito pubblicate) ma tutto viene con cautela esplicitato nella chat di messaggistica. C’è da chiedersi quanti ingenui, ammagliati dal passare una serata di sesso indimenticabile, ci cascano e alla fine restano con il portafoglio più leggero ed è il caso di dire, con il cerino in mano….. Diffidate da questo tipo di interazioni sui social sono solo una truffa ben studiata, e noi stando al gioco l’abbiamo scoperta. La Ticketescot.


Palermo una città indietro di 30 anni

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’immaginario collettivo che crea una città che non c’è e chi la rivendica viene apostrofato come “nemico della contentezza”.Quanti di noi sognano, sperano di vivere in una città diversa, migliore, funzionante, che sappia mettere a frutto le proprie inestimabili ricchezze e patrimoni. Chi è che non crede che la centralità geografica nel mediterraneo, come la storia ci racconta, possa essere una chance imprescindibile di svolta economica, magari con un sistema portuale commerciale e di cantieristica navale degno di tale nome, magari anche con un centro fieristico euro mediterraneo, ma ancora di più visto la mitezza climatica che la natura ci ha donato, non pensa che potremmo vivere tutti di turismo.

 

Chi non vorrebbe una città, come qualsiasi in Europa, con uno o più parchi magari con suggestivi laghetti pieni di uccelli acquatici dove poter trascorrere del tempo con i propi figli o amici, o dei veri percorsi ciclabili che non violentino la viabilità o che non finiscano contro un palo. Quanti di noi, in una città di mare, come la nostra, non desidererebbero vedere un lungo mare con il prato verde curato, attrezzato e mantenuto con aiuole piene di fiori colorati che magari giornalmente disegnino armonie diverse. Chi non vorrebbe un centro storico che lasci definitivamente il fascino della decadenza per arricchirsi della bellezza del restauro. Quanto sarebbe proficuo avere periferie riqualificate, quartieri satelliti che da meri dormitori ridiano dignità a chi li vive facendoli uscire dalla ghettizzazione dello stereotipo del degrado e della delinquenza. Ma quando qualcuno “osa” pensare tutto ciò, che vale la pena ricordare è la base della normalità in pari città in tutta Europa, viene da molti anni apostrofato quale “nemico della contentezza”. Ormai slogan ufficiale di chi questa città la governa da parecchio tempo. Ma una città va solo governata? Forse no. Per una città ci vuole visione, coraggio, ambizione e consapevolezza delle priorità, controllo e cognizione della propria vocazione, necessità di una concreta dimensione concettuale. Sapere cosa si può fare e cosa no. Ma certamente fare ciò che si può e in alcuni casi si deve. Già nel lettore che legge queste scarne righe sento riecheggiare un altro dei più usati luoghi comuni: “si ma a Palermo ci sono i palermitani, vastasi e irrispettosi della cosa pubblica” nutriti dalla convinzione che ciò che si trova al di fuori delle proprie curatissime case non sia di nessuno. In realtà potrebbe anche non essere così, il bello e l’ordine educano più di qualunque altra cosa, spingono al rispetto e al senso civico. Mentre l’incuria e il degrado generano pari comportamenti.

 

In realtà ormai questi, come tanti altri, per Palermo sono rimasti meri luoghi comuni, mai realizzati e forse ancora di più drammaticamente mai pensati. Una città che è rimasta inesorabilmente indietro, con i propi cittadini piombati nel limbo dell’immaginario collettivo in cui alla fine tutto appare sopportabile e sufficiente per accontentarsi.

 

L’immaginario collettivo della “palermitanitudine” crea una città che non c’è che forse non è mai esistita fomentata da proclami che l’allontanano sempre più dalla vera normalità e qualità della vita. Quell’idea generalizzata che nasce dalla sintesi cumulativa di più pensieri, che pur partendo da un pensiero personale, al momento che viene condiviso con gli altri assume una propria diversa identità, che spesso non è neanche lontanamente vicina a ciò che ognuno di noi pensa veramente.

 

Di fatto la percezione che ognuno di noi ha di Palermo viene mescolata tra le comuni opinioni, facendo un’altra sopportabile convinzione, un’altra verità, un’opinione generalista diversa rispetto alle singole, quanto legittime, aspettative.

 

Come per le voci di una piazza affollata, di gente che protesta per qualcosa o contro qualcuno, da lontano la voce appare univoca e roboante, ma se ci soffermassimo a chiedere un’opinione specifica ad ognuno dei presenti, ci accorgeremmo come nella maggior parte dei casi ognuno di essi avrebbe un’idea diversa l’una rispetto all’altra, o comunque più articolata rispetto alla voce univoca che esce nel suo complesso dalla piazza. Colmare la nostra trentennale arretratezza non sarà facile, ma un buon inizio sarebbe uscire dal gregge narcotizzato e ricominciare a pensare con la propria testa.

 


I siciliani e le proprie confortevoli bugie

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Diciamoci la verità, quella che non si può dire, la stessa che di primo acchito ci fa rispondere: “ non è vero, non è così”. Noi siamo un popolo che ama le bugie. Ormai ci siamo affezionati alle bugie, esse stesse sono divenute verità. Viviamo in una terra che ha bisogno di sentirsi raccontare bugie e di vivere sulle bugie. Di sentire costruire programmi politici e sociali sulle bugie, un paese che da trent’anni se le sente raccontare e in qualche misura ha dimostrato che ama sentirsele propinare. Il nostro tessuto sociale non solo ama sentirsi dire bugie, ma di fatto, ama esso stesso raccontarsele. Certo, le bugie a pensarci bene sono come sogni artefatti, molto rassicuranti ma soprattutto hanno l’innato dono di demandare ad futuro il tempo della verità, che per natura è certamente più scomoda da affrontare. Questo perché, la verità implica una reazione la bugia no! Questo è uno degli elementi fondanti che determina la nostra assoluta arretratezza. Come un cane che si morde la coda, l’arretratezza stessa diventa la ragione del bisogno della bugia. Noi siamo diventati dei veri e propri estimatori della nostra menzogna, ferma a una visione e ad una proiezione di se che si auto convince di essere migliore di quella che realmente è. Viviamo in una proiezione di noi stessi migliorativa, ma non nel senso di aspirazione a progredire, ma nel drammatico senso di crederci migliori di quello che realmente siamo, cosa che inevitabilmente ci rende ignoranti a fronte di ciò che il resto del mondo è riuscito a fare negli ultimi cinquanta anni. Il mondo è radicalmente cambiato, ne sono cambiate le dinamiche sociali, politiche e tecnologiche, ma noi ci ostiniamo a vivere in retaggi culturali obsoleti così da non essere costretti a renderci conto del cambiamento e pertanto con esso a doverne fare i conti. Continuiamo a raccontarci bugie e a credere a quelle che ci vengono continuamente profilate. Ad esse crediamo e continuiamo a vivere felici nella progressivo avvento della speranza, ma che misera è inquanto illusoria, continuando a rinunciare alla verità costruttiva. Illusoria perché la speranza costruttiva, quale legittima aspirazione, non può che avere un solo punto di partenza, la presa di coscienza di ciò che realmente si è, la coscienza del punto di partenza. Sant Agostino diceva: “ la speranza ha due figli, il primo si chiama indignazione, e il secondo si chiama coraggio. L’indignazione serve a farci capire ciò che non ci piace, ciò che non riusciamo e non possiamo tollerare e il coraggio serve a cambiare ciò che non ci piace”. Noi siciliani sembriamo orfani di entrambi, ma genitori esemplari della simulazione che è certamente più comoda. Diciamoci la verità noi siciliani siamo un popolo comodo, sorseggiante, attendista e in tale, tanto amato status quo, di tanto di cui dovremmo indignarci, abbiamo perso di vista la reattività, la voglia di insorgere, rimasti ignavi e comodi in tutto quello che ci tiene più confortati. Ma la nostra amata comfortzone è semplicemente stolta pura, apparenza senza un briciolo di sostanza… è una bugia.


E' solo una questione di civiltà?

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I palermitani e la "civiltà". Credo fortemente, come del resto succede in molte città europee che spesso prendiamo come esempio per pulizia e senso civico dei cittadini, che la civiltà vada di pari passo con la sanzione. Se a Londra butti una cicca di sigaretta a terra ti prendono una multa di 60 sterline. Sono certo che il multato ci ripenserà due volte prima di ributtarne un'altra sul marciapiede. Beh chi sa che da noi vige una legge che estende a tutti i cittadini la fattispecie di Reato Penale l'abbandono di rifiuti per strada. Ciò cosa comporta che essendo diventato un reato penale la competenza di sollevare una sanzione e relativa denuncia, non è più di esclusiva pertinenza della Polizia Municipale ma viene estesa a tutte le forze dell'ordine: Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza ecc. Questo significa anche che ci potrebbero essere molti più "occhi" puntati verso le infrazioni e pertanto perché non sensibilizzare tutte le forze dell'ordine a tale attività di monitoraggio del territorio. Se si buttasse una carta per strada nel momento che passa una volante e questa ci fermasse, multasse e denunciasse penalmente, credo avremmo molte meno carte e rifiuti di ogni genere sui nostri marciapiedi. Tanto semplice quanto inspiegabilmente irrealizzabile a Palermo.


La Sicilia sta affondando. Dura protesta dei Tour Operator Incoming siciliani. A queste condizioni non possiamo aprire

Inaccettabile. L'unico termine con il quale possiamo definire il totale disinteresse del nostro governo al salvataggio di un comparto che, giorno dopo giorno, vede azzerare le possibilità di recupero. L'incertezza riguardo alle previsioni di ripresa e ripartenza del comparto, unita alla certezza delle spese fisse che comunque dall'inizio del lockdown non hanno smesso di dissipare le sostanze degli operatori del turismo, si traducono oggi nella protesta unanime dei Tour Operator incoming siciliani...

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Confapi Sicilia COVID-19: La Regione non sottragga fondi europei per investimenti e formazione

Cara Regione, i 100 milioni di euro sottratti ad investimenti e formazione sono un lusso ed uno spreco improduttivo che non ti puoi permettere. Evitare eventuali ulteriori disapplicazioni di principi e regole comunitarie sui fondi strutturali a noi assegnati oggi è più che mai un dovere. Per noi, che rappresentiamo sul territorio la Confederazione delle Piccole e Medie Imprese, così come per ANCI e tutti i Sindaci dei Comuni coinvolti...

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