La mafia torna a sparare a Palermo. Poco dopo le 21 di ieri è stato ucciso un esponente della cosca di Brancaccio, Francesco Nangano, di 50 anni. L'uomo e' stato assassinato da due killer in motocicletta con il volto coperto da caschi, in via Messina Marine subito dopo la via Amedeo D'Aosta. Per ore sul posto la Polizia scientifica e gli inquirenti per eseguire i rilievi e raccogliere eventuali testimonianze. L'uomo che era a bordo della propria yaris grigia è stato freddato con un colpo di pistola alla testa, in perfetto stile mafioso.
Nangano era stato accusato in passato dell'omicidio di Filippo Ciotta, giovane rapinatore "colpevole" di non aver rispettato le regole, e poi assolto e risarcito dalla Stato con 270 mila euro per i 4 anni e 10 mesi passati - ingiustamente - in carcere. Accusa poi caduta con sentenza della Corte della Cassazione e la dichiarazione di innocenza della corte d'Assise nel 2005.
Il tribunale appena 20 giorni fa, aveva dichiarato dopo 28 anni, la "morte presunta" di Ciotta, vittima della lupara bianca.
Ma la storia di Nangano fu segnata da un altro evento eclatante: la relazione sentimentale, durante la sua latitanza, con un'assistente sociale e giudice popolare in processi di mafia.
Un quartiere sconvolto ieri sera, tra familiari in lacrime e curiosi. Scene che riportano drammaticamente indietro nel tempo.
Gli inquirenti al momento non escludono nulla. Forse si è trattato di un regolamento di conti. La mafia, si sa, non dimentica.
Mafia, omicidio Nangano: oggi l'autopsia. Per la gente del quartiere era un playboy...
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