La decisione, spiegano dall'ente, nasce dalla necessità di tutelare la correttezza e la trasparenza dello Ial. "In queste lunghe settimane – dicono – in cui siamo stati oggetto di accuse , di esposti in procura e di atteggiamenti discriminatori abbiamo risposto con i documenti ai rilievi immotivati e comunque costruiti su presupposti falsi. Nei giorni scorsi avevamo denunciato che il provvedimento di revoca dell'accreditamento era costruito su una procedura illegittima. Siamo nelle condizioni di dimostrare nelle sedi opportune di non aver mai ricevuto una fantomatica PEC (posta elettronica certificata) da parte dell'assessorato alla Formazione, ragione per cui siamo stati oggetto di revoca e censura senza avere avuto la possibilità di difenderci né di conoscere i motivi delle presunte irregolarità. Possiamo anche affermare che la famosa PEC non sia mai partita e che l'intero atto amministrativo di revoca si basa su presupposti inesistenti. Nonostante ciò - continuano dall'ente – ci siamo adoperati per costruire interlocuzione con la direzione generale dell'assessorato che ha avuto come risultato il silenzio e l'esclusione dello IAL dal piano dei corsi OIF, nell'ambito di una incomprensibile procedura adottata dal Tavolo Tecnico".
In questo scenario poco chiaro, lo Ial ha scelto quindi di intraprendere le vie legali e procedere ad una denuncia nei confronti della dirigente generale Anna Rosa Corsello, "Lo facciamo con l'unico intendimento di tutelare la correttezza e la trasparenza dei comportamenti dello IAL SICILIA e per difendere il capitale umano del nostro ente che è sottoposto ad una vera e propria persecuzione. Sarà la magistratura, a questo punto, a difendere il nostro diritto ad esistere e a continuare il nostro lavoro".
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