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Crolli a Palermo. La Vucciria è una polveriera pronta ad esplodere

crollo1Oggi Palermo è più povera, tre piani di un edificio fatisciente nella centralissima piazza garraffello, sono collassati sulla strada portandosi dietro parti vitali della nostra memoria collettiva. Le pietre intagliate di biocalcarenite, le travi in legno di castagno (?), le trame intessute degli incannucciati provenienti da chissà dove delle volte rifinite con stucchi e gessi, gli elementi della pavimentazione, la massa stessa dell'edificio che con la sue due quinte concorreva fino a qualche ora fa a definire la magia del non senso nell'abbandono privo di responsabilità.. se dovessi azzardare una stima veloce del danno reale e dei costi della messa in sicurezza del sito, di poco sbaglierei se parlassi di un milione di euro.
Con questa cifra avremmo messo in sicurezza e seriamente l'intera stecca di suggestivi resti ma cosa più importante avremmo dato la sensazione ai cittadini che esiste una governance all'altezza del sogno.

E si, perché io sono passato dal luogo in cui insistono tonnellate di macerie sulla strada, lo scorso venerdì sera e accanto a me centinaia di giovani e meno giovani, danzavano, mangiavano, fumavano erba e bevevano alcolici, non curanti del minimo pericolo sopra le proprie teste. E se i tre piani fossero crollati sabato o domenica, quando li si procede a passo lieve attorniato da persone e personaggi? Quale prezzo dobbiamo pagare prima che chi governa dimostri di saperlo fare veramente? Un morto, cinque, dieci studenti, venti turisti? Dobbiamo aspettare che lo storico mercato della città , immagine di Palermo nel mondo grazie a Renato Guttuso, venga rasa al suolo dall'incuria e dell'indifferenza ci tutti?

Allora lo dico in chiaro e lo faccio da professionista, da tecnico, da architetto e invito chiunque a smentire il fatto che quelle strade strapiene di gente, sono insicure alla stregua del piccolo assaggio avuto ieri sera! Dalle tracce del vecchio shangai dove negli settanta banchettavano Sciascia e Guttuso, alla zona di via dei chiavettieri, la musica è la stessa, in uria, abbandono, pessimi interventi di fintissime operazioni di make up che nulla aghiungono ad inpedire altre e prossime tragedie.

Se non si appronta immediatamente un esemplare piano di ristrutturazione integrale del l'intero ambito, così Come consentito dalle norme contenute nel P.P.E. ( piano particolareggiato esecutivo), se non si comprende che questa sia l'occasione che la città aspetta da anni in termini di sviluppo economico e sostenibile, se si consentirà ancora il transito di quelle strade passata l'emergenza e la relativa onda emotiva, beh! Si sarà complici tutti, dei lutti maturati.

Una polveriera pronta ad esplodere, ecco cos'è oggi l'area della vucciria dopo decenni di incurie prepotenti e volute. Non c'è storia, senza una chiara volontà politica volta a migliorare la vita urbana di questa città dimenticata da Dio, non ci sarà redenzione. Se continuerà il dissanguamento dell'immagine di questi luoghi invidiati dal mondo, saremo tutti assai più poveri e continueremo ad essere ancora in pericolo come fino a ieri sera, quando la strada e la piazza, hanno tremato di una paura sopita.

" Chi tace è complice" , lo scriveva Danilo Dolci, sui muri delle case dirute nella valle del Belice nel 1968, sembra oggi, con la differenza che nessuno sembra esser all'altezza di sapersi più indignare. Ma questa comunità è davvero così caduta in basso? E gli intellettuali, dove saranno? Intanto solo macerie per le foto di rito...

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