In un periodo particolarmente delicato, in cui si sente parlare quotidianamente di allerta meteo, alluvioni, nubifragi soprattutto a seguito del drammatico evento che ha colpito lo scorso 18 novembre la Sardegna, abbiamo ritenuto particolarmente importante e interessante, farci raccontare direttamente dal Capo della protezione civile siciliana Calogero Foti, come stanno le cose nella nostra regione.
Perché la Sicilia, di certo non è seconda a nessuno in tema di "rischi". Da quello idraulico a quello vulcanico, passando per quello idrogeologico,incendi, sismico e a quello connesso dei vulcani sommersi. Oltre a quelli "meno noti" almeno nella nostra regione, come quello industriale.
A tutto questo dunque deve rispondere necessariamente uno "strumento" forte e ben organizzato.
Foti ha un lungo cv alle spalle, una laurea in coordinamento attività protezione civile e una in ingegneria civile sezione trasporti, e dal 1989 ad oggi ha svolto funzioni dirigenziali con compiti di coordinamento e gestione di risorse umane e strutturali. Lavorando sempre all'interno del sistema protezione civile.
In questa lunga intervista siamo partiti proprio dal ruolo della Protezione civile intesa come "SISTEMA" e non semplicemente come dipartimento e il ruolo delle Protezioni civili dei singoli comuni, di cui ricordiamo, sono responsabili i rispettivi sindaci.
Abbiamo affrontato il tema dei piani di emergenza che ogni comune dovrebbe avere, trattandosi di quei piani su cui dovrebbe basarsi il dipartimento di Protezione civile regionale per programmare le sue attività.
Si è parlato di procedure, di attività di coordinamento, delle emergenze e dunque di quello che la nostra Regione può fare e potrebbe fare in caso di eventi come quelli che hanno coinvolto la Sardegna.
Un' intervista a tutto campo, senza nascondersi dietro ad un dito, da cui emergono, possibilità, potenzialità e criticità, dovute alla mancanza di forze lavoro e di mezzi, a leggi che vanno modificate, alla necessità di un commissario che si sostituisca alle amministrazioni comunali proprio per la redazione dei piani di emergenza, e ancora ai precari che sono il 50 per cento della forza lavoro senza dimenticare il ruolo importantissimo dei volontari.
E ancora di Palermo e del suo "Alto rischio idraulico", ma anche delle emergenze sismiche e vulcaniche, come quella del catanese e di un rischio di cui poco si parla, ma sul quale si stanno avviando importantissimi studi in collaborazione con l'IVGN, sul canale di Sicilia e il Mar Tirreno, per monitorare le attività dei vulcani sommersi.
A febbraio intanto dovrebbe nascere dovrebbe nascere in Sicilia il Centro Funzionale...
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