Già nei primi giorni del mese di luglio avevamo sollevato la strana vicenda, almeno dal punto di vista amministrativo procedurale, relativa alla volontà del Governo Regionale di sollevare dal proprio incarico l'attuale presidente dell'Ente Parco Madonie, Angelo Pizzuto.( http://www.palermoreport.it/politica/lo-strano-caso-del-presidente-del-parco-delle-madonie)
Dopo che Rosario Crocetta in una conferenza stampa aveva annunciato che Pizzuto era “colpevole”di “viaggi in Canada a “sbafo” della regione e che a causa di tale comportamento avrebbe proceduto alla rimozione dello stesso. Saltò anche agli occhi, o meglio alle orecchie come nella stessa occasione non si fece cenno di alcun provvedimento riguardo ad un altro presidente di parco, quello dell' Alcantara , Bruno De Vita, coinvolto in fattispecie molto più gravi, attualmente infatti agli arresti domiciliari perchè coinvolto nel “caso Giacchetto” Provvedimento di cui ancora non vi è alcuna traccia.
Pizzutò dichiarò subito che si trattava di un clamoroso errore, e infatti, provò, carte alla mano, di non aver mai fatto quel viaggio in Canada, paese in cui non si è mai recato neanche a titolo personale. Subita però la pesante “gogna pubblica” annunciò da subito che avrebbe proceduto per le vie legali, e infatti produsse un esposto per diffamazione.
Passata qualche settimana, tutto sembrava tacere, ma al contrario l'altro ieri viene notificato a Pizzuto un provvedimento di sospensione dal proprio incarico.
E qui che a nostro dire emerge qualche anomalia sulle reali motivazioni della tentata rimozione di Pizzuto. Prima di tutto il provvedimento di sospensione, nel caso specifico, non può esiste giuridicamente, cioè un Presidente, che non è un dipendente della pubblica amministrazione, ma un suo rappresentante, non può essere sospeso, o viene rimosso o resta in carica. L'istituto della sospensione riguarda più il campo disciplinare, e avviene secondo procedure che passano prima dall'ammonimento, dal richiamo scritto ecc. e poi come estrema ratio punitiva si sospende. La sospensione in ogni caso deve indicare un tempo specifico, un mese, sei mesi, o quant'altro rispetto alla gravità di quanto commesso. Il provvedimento notificato a Pizzuto non indica alcuna specifica.
Altra questione è la pertinenza temporale, quanto imputato a Pizzuto, riguarda un suo vecchio incarico presso il gabinetto dell'Assessorato Regionale al Territorio, veri o falsi i fatti, comunque nulla hanno a che vedere con l'attività relativa alla gestione del Parco delle Madonie.
Parco che anzi, ci risulta l'unico parco in Sicilia e uno dei pochi in Italia con il bilancio in attivo per lo scorso esercizio ed uno dei pochi ad aver raggiunto gli obbiettivi finanziari previsti e tra i primi enti regionali ad avere il bilancio sempre approvato.
Ma allora se non c'è il viaggio in Canada, se non c'è deficienza nella gestione dell'ente, c'è da chiedersi quale può essere il vero motivo del tentativo di rimozione del Presidente Pizzuto?
Che ci entrasse la politica? Pizzuto è stata una delle ultime nomine fatte da Raffaele Lombardo, l'Ente Parco delle Madonie è considerato tra i cinque posti di “sottogoverno” più importanti della regione, “niente niente” che questo posto serve oggi ai già tesi rapporti della maggioranza crocettiana... Tra il Pd che chiede più spazio e chiarezza al Governatore sui rapporti con il Megafono, lo stesso Megafono che, forte dei risultati elettorali, chiede più spazio nella gestione della regione e, altre tensioni sparse che non mancano mai, ci potrebbe ben stare il semplice fatto che quella poltrona potrebbe essere molto utile all'attuale compagine politica di maggioranza...
Senza entrare nel merito della legittimità di tale ragionamento, restano molti dubbi sul metodo e sulle motivazioni, non da meno il fatto che nessuno parla del Presidente del Parco dell' Alcantara, oggi agli arresti domiciliari, visto che il parco dell'Alcantara politicamente pesa poco o quasi nulla.... SE di legalità si deve parlare che ci siano carte chiare e prove certe, e allora Pizzuto si rimuova e non si sospenda, e sopratutto, che legalità e trasparenza valgano per tutti e il Presidente dell'Alcantara sia immediatamente rimosso dall'incarico, così come tutti i funzionari pubblici che sono coinvolti nelle varie inchieste in corso.