Le ultime gare (l'ultima risale allo scorso ottobre) sono andate deserte. La crisi in cui versa l'azienda, le notizie diffuse sul possibile fallimento, che verrà deciso il prossimo venerdì, hanno creato un clima di sfiducia nei confronti dell'Amia e per questo non riesce ad essere affidato il servizio di prelievo, trasporto e smaltimento del percolato presso impianti autorizzati regionali ed extraregionali. 50 mila sono le tonnellate da allontanare.
Servizio che al momento viene appaltato con affidamenti diretti e temporanei che vanno aggiudicati di settimana in settimana. Un rischio che evidentemente le ditte in questo caso decidono di correre perché limitato. Questi affidamenti, di volta in volta, ovviamente sono con un aggravio ulteriore di spese per l'Amia. Fino a qualche tempo fa l'ex municipalizzata del Comune aveva un fondo di circa 12 milioni, messo a disposizione dalla protezione Civile e quindi dalla Regione, proprio per lo smaltimento del percolato. Fondi esauriti – spiegano dalla direzione generale dell'Amia – quando non fu più rinnovata all'Amap, l'autorizzazione al trattamento del percolato da effettuarsi nell'impianto di Acqua dei Corsari. E quindi l'Amia ha dovuto affidarsi ad altre ditte per il servizio e i costi sono lievitati. Abbiamo chiesto alla Regione di ricostituire quel fondo, ma non abbiamo avuto alcuna risposta".
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