Chi non ha mai sentito parlare degli ATO, le società d'ambito che avrebbero dovuto gestire la raccolta dei rifiuti in Sicilia. Società giudicate dal Governo Regionale, pozzi senza fine di sprechi e inefficienti nel servizio. In alcuni casi è certamente vero in altri no, ma quando si prese la decisione si preferì, come al solito, fare di tutta l'erba un fascio e vennero messe tutte il liquidazione. Non si poterono salvare quelle poche che funzionavano e che facevano risultare molti dei comuni in cui gestivano il servizio tra i primi per raccolta differenziata. Ma da noi si sa chiudere un "pozzo" vuole dire quasi sempre aprirne un altro. Ed ecco che per ogni società d'ambito viene nominato un liquidatore e un commissario straordinario. Il primo avrebbe dovuto, per l'appunto, liquidare la società, cosa che ad oggi non è stata fatta. Il secondo, il Commissario Straordinario, avrebbe nelle more dovuto garantire il funzionamento del servizio. Certamente i servizi non sono migliorati e le società non potranno essere liquidate se non prima che si capisca dove far confluire le centinaia di dipendenti. Da noi si sa che chiudere una società pubblica vuol dire essenzialmente cambiarle il nome ma nulla sostanzialmente poi muta. Stessi dipendenti, stessi mezzi,stesse attrezzature, lo spreco si sposata da un pozzo ad un altro.
E il pozzo degli ATO è ben chiuso da tempo, con il suo bel contenuto che ristagna e fermenta in attesa che poi per naturale reazione chimica esploda.
Gli Ato in Sicilia sono 27 e dal primo maggio i commissari straordinari sono tutti in scadenza. Se non verranno riconfermati di fatto alle società in liquidazione mancherà lo strumento operativo per il funzionamento e la raccolta dei rifiuti si potrebbe di fatto fermare.
Siamo di fronte all'ennesi rivoluzione mancata...
Con l'Ordinanza n.8/Rif del 27 settembre 2013, il Presidente della Regione, con il consueto accompagnamento di "botti" di prima pagina, aveva annunciato di avere avviato la chiusura dei famigerati ATO, considerati esclusivamente fonti di spreco incapaci di garantire un seppur minimo servizio di gestione dei rifiuti.
L'ordinanza avrebbe dovuto accelerare le procedure di liquidazione degli ATO, separando l'attività di liquidazione da quella di gestione ordinaria del servizio, nominando per questa attività di gestione opportuni "Commissari Straordinari".
Questo era espressamente ribadito nelle motivazioni dell'Ordinanza dove testualmente è scritto: "tenuto conto che l'attività di contemporanea liquidazione e gestione dei Consorzi e Società d'Ambito, che per effetto di interventi normativi di modifica della stessa regionale n.9 del 8 aprile 2010 è stata prorogata fino alla data del 30 settembre 2013, continua a determinare complessivamente un aggravamento della situazione debitoria degli stessi (omissis)".
Nobile motivazione "rivoluzionaria", salvo che solo successivamente per i Commissari Straordinari è stato determinato un non indifferente compenso... che certamente contribuisce a determinare complessivamente un aggravamento della situazione debitoria degli stessi, visto che si aggiunge al compenso già corrisposto ai Liquidatori.
Il timore è che il pozzo resterà ben chiuso, a stagnare con tutti i suoi problemi, le nomine verranno riconfermate, i problemi come al solito non risolti ma rinviati... ad oltranza. Sarebbe più proficuo iniziare a dare dei tempi certi spingendo anche i comuni ad assumersi le proprie responsabilità sulla gestione dei rifiuti e la costituzione dei nuovi consorzi, inserendo nell'ovvio decreto di riconferma dei liquidatori un tempo certo per svolgere il loro mandato.
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