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Rifiuti a Palermo, ora diciamo la verità !

 

 Rifiuti a Palermo: “Caro Sindaco basta con gli appelli alla città è ora di scelte coraggiose e di verità. Vedrà che i cittadini saranno al suo fianco.” Un sindaco che, sotto varie forme, si rivolge alla propria città ai propri cittadini è sempre da considerarsi un fatto positivo, ma gli appelli, per storica natura, restano quasi sempre relegati alla propria forza enunciativa ma deboli nella natura recettiva.

È certamente vero che il comportamento della maggior parte degli abitanti di Palermo, per quanto riguarda l'igiene urbana, è a dir poco barbaro, e Lei fa bene a richiamare a un forte senso di responsabilità. Chi di noi non ha buttato una carta dal finestrino della propria auto, chi un sacchetto fuori orario e fuori posto, chi non ha lasciato che il proprio adorato cane espleti la propria fisiologia sui marciapiedi, negli stessi in cui poi si cammina con i propri figli, chi semplicemente non ha buttato una cicca per terra o la carta di un buon panino. Tutti l'abbiamo fatto almeno una volta nella vita, molto probabilmente più di una. Semplici gesti di quotidiana inciviltà. Ma questo siamo ed è inutile pensarci diversamente, chiaramente il primo io, colui che vi scrive questo articolo.

Senza voler puntare il dito altrove, è sempre vero che chi amministrata ha l'ingrato compito delle scelte e delle regole, della repressione di ciò che viene considerato anti-sociale, ma anche, prima di tutto, il dovere di mettere in condizione il cittadino di rispettarle quelle stesse regole che, se infrante, genererebbero una sanzione. Certo è, che nulla di più difficile rimane del fare regole e sanzioni giuste. Perchè le regole hanno bisogno di motivazioni condivise, mezzi attuativi e strumenti repressivi. Caro sindaco, nel caso dell'emergenza rifiuti nella nostra città, credo che questa sia una di quelle strade che bisogna percorrere partendo in maniera invera, da Monte a Valle. Li dove a valle stiamo tutti noi cittadini palermitani. Prima la verità, poi gli appelli alla responsabilità.

A monte c'è un' azienda di diritto privato ma partecipata al 100% dal pubblico, l'Amministrazione Comunale, l'ex AMIA oggi RAP a cui è affidato il compito di raccolta dei rifiuti. Iniziamo proprio da qui. Se l'Ex AMIA è un'azienda di diritto privato forse bisognerebbe capire perchè chi deve essere assunto lo può fare in regime privatistico cioè senza concorso, qualifiche specifiche e specializzazione, cosa che non potrebbe accadere in una società pubblica, mentre chi dovrebbe essere licenziato per manifesta incapacità, esubero, inefficienza, assenteismo, mancanza di qualifica, ecc. non può essere toccato perchè considerato dipendente pubblico. Il problema è scegliere se si deve tutelare il lavoro o il lavoratore. Sono due cose molto diverse. Il lavoro nobilita l'uomo e lo rende dignitoso e libero, il lavoratore che non fa quello che deve e per cui è pagato con le nostre tasse, disonora la dignità stessa del lavoro e insulta chi invece fa il proprio dovere. Del nostro esercito di spazzini, LSU, distaccati Gesip, chiediamoci quanti appartengono alla categoria del lavoro e quanti sono invece lavoratori? Mi spiace ma è molto difficile credere che con migliaia di unità a disposizione non si riescano a tenere le strade un po' più pulite.

In un'azienda, perciò in un sistema produttivo organizzato, chi non svolge dignitosamente e professionalmente il proprio compito arreca un danno all'intera organizzazione a tutti i lavoratori e a chi dei servizi se ne dovrebbe giovare, perciò chi disonora il proprio posto di lavoro non dovrebbe lavorare più. Usiamo la parola giusta va licenziato. Così come per il personale in esubero. Cosa è un esubero? Qualcosa che non serve in quel determinato contesto. E il non servire cosa vuol dire se non appesantire e rendere meno efficiente e adeguato ciò che invece funzionerebbe e servirebbe alla collettività. Anche in questo caso gli esuberi vanno eliminati.

Gli argomenti sulla RAP potrebbero essere tanti altri e anche complicati, volendo trascurare, il piano industriale della società, l'ammodernamento dei mezzi, la manutenzione, l'impiego di nuove tecnologie, lo sviluppo manageriale dei servizi, ecc. la conversazione merita un passo in avanti.

Scendendo un po più a valle, parliamo della differenziata... quello strano mistero tutto palermitano. In alcune zone della città si fa, o meglio ci sono i contenitori, in altre no, già difficile capire il senso di ciò. La raccolta differenziata è un sistema integrale e integrato al ciclo dei rifiuti, o si fa o non la si fa, a macchia di leopardo non serve, aumentano i costi e la resa. Detto questo, diciamoci la verità, li dove si fa la raccolta differenziata, la si fa solo come esercizio. Perchè sarebbe interessante sapere in questa città dove si possono andare a vedere le così dette piattaforme di stoccaggio del vetro, plastica, carta, alluminio, dove sono i CCR i Centri Comunali di Raccolta, i centri di prima lavorazione dei rifiuti differenziati, ecc.? Come mai i mezzi di raccolta alla fine “salgono” tutti a Bellolampo? E non diciamo, per favore, che sono li le piattaforme di stoccaggio, perchè ormai le condizioni per il riutilizzo dei rifiuti, quelle vere, impongo processi industriali talmente rigidi e selettivi e di assoluta non contaminazione tra una tipologia di rifiuto e un altro, che appare chiaro, anche ad un bambino, che la discarica di Bellolampo non è il luogo ideale.... Ma ancora di più, se a Palermo c'è la differenziata dove è tutto l'indotto? Dove sono gli impianti di stoccaggio, imballaggio, semilavorazione, o semplicemente una foto di un camion che porta i nostri rifiuti differenziati da qualche parte al nord dove li lavorano e li riutilizzano, una semplice fattura, bolla di accompagnamento.... cioè dove finiscono i nostri bei rifiuti differenziarti?

Ma oltre a dove finire, che fine fanno, se non si riutilizzano a che serve differenziarli ? Oltre a ciò, dovremmo anche provare a dirci la verità sul bluff riguardante i dati della raccolta differenziata che a Palermo sono in aumento... il trucco è semplice, se la rilevazione la si fa sul “cassonetto” è facile avere dati positivi, più cassonetti più differenziata. Il vero dato andrebbe infatti rilevato appena il rifiuto differenziato esce dal proprio contenitore: Spiegandosi meglio, la percentuale che conta non è quella del conferimento su strada da parte dei cittadini, ma quanto dei rifiuti differenziati trova un nuovo utilizzo.... e li le percentuali si attestano attorno allo 0,%

Sempre più a valle quasi alla meta di queste riflessioni... mettiamo il caso straordinario che ognuno di noi rinsavisse e non volesse buttasse più una cicca per strada, una carta, una lattina... tutti cittadini modello, qualcuno ci può indicare dove è un cestino in questa città? O quante centinaia di metri bisogna percorrere per trovarne uno, ammesso che non sia stracolmo, rotto o bruciato... Se, sempre per un miracolo, tutto funzionasse all'improvviso, strade pulite, cassonetti svuotati, raccolta differenziata vera, industrializzazione del processo di stoccaggio dei rifiuti, cestini getta-carta ogni 30 m, spazzini che fanno il proprio lavoro con dignità e correttezza, consci che proprio il loro lavoro è tra i più importanti per una collettività e perciò poco importa se ritorniamo a chiamarli spazzini e non più operatori ecologici, perchè il rispetto non parte ne arriva da un nome, insomma facciamo finta che tutto funzioni... si dia il potere a un vigile urbano che vede un cittadino che getta una carta fuori posto di elargire una bella multa da mille euro. Sono certo che la maggior parte dei cittadini sarebbe d'accordo. Perchè è certamente vero che ognuno di noi ha il diritto di vivere in una città pulita e dignitosa e che la Pubblica Amministrazione si adoperi perchè ve ne siano le condizioni di fattibilità, ma è altrettanto vero che ognuno di noi ha il dovere di rispettare le regole e di pagare salatamente se quelle regole le infrange.

Carissimo Sindaco è sempre facile analizzare e “criticare” dall'esterno, ma questa mia riflessione vuole essere rivolta a tutti, ognuno con le proprie responsabilità, e non certo a Lei esclusivamente, visto che di professione non fa il mago con tanto di bacchetta magica. Ma oggi una vera magia sarebbe possibile, quella di ripartire dalla verità, pugno di ferro chiamando le cose con il proprio nome e cognome mettendo ognuno per la propria parte difronte alle rispettive responsabilità. Le sue da Amministratore, l'azienda di igiene urbana, i propri amministratori e lavoratori e certamente i cittadini tutti.

Caro Sindaco, è ora di scelte coraggiose e di verità. Vedrà che i cittadini saranno al suo fianco.

 

 

di Ugo Piazza (nella foto)