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La pensione arriva prima dell’incompatibilità: Cassata e il suo ''atteggiamento interventista'' lasciano la Procura generale di Messina

altPartiamo da una premessa: pensiamo che soprattutto un procuratore, non debba intrattenere rapporti con esponenti della mafia (o a loro legati) se non strettamente necessari perché connessi ad indagini su quei soggetti.

Nel dare la notizia sul pensionamento del Pg Franco Antonio Cassata, non possiamo che ricordare come questa storia sia una delle più inquietanti nella storia delle procure di tutta Italia.

E a portarci a questa conclusione non è solo la nostra idea di ciò che pensiamo essere giusto o meno, etico o meno, morale o meno, ma i fatti. Le sentenze. Parole messe nere su bianco che non si può far finta che non siano gravi e pesanti. C'è la verità della aule dei tribunali, e c'è quella dei cittadini. Verità che spesso, troppo spesso non coincidono, ma che non per questo ti possono vietare di dire ciò che pensi. E noi, lo ribadiamo, pensiamo che ciò che ruota attorno alla figura di Cassata, sia inquietante.

Cassata, dal 1989 non si è mai spostato dalla Procura generale di Messina, prima come sostituto e poi come Procuratore generale. Venne nominato Procuratore generale dal Csm il 29 luglio 2008. Il quadriennio è scaduto il 29 luglio scorso. Il Csm non ha deliberato sulla conferma. Il Procuratore generale di Messina, facente funzioni, per ora e fino a quando non sarà nominato il nuovo, è il sostituto procuratore generale più anziano, ovvero il dr. Melchiorre Briguglio

La notizia del pensionamento non avrebbe alcuna rilevanza particolare se il personaggio in questione non fosse, appunto, Cassata e il fatto che rischiava di essere trasferito per incompatibilità ambientale a causa della storia che ha coinvolto il figlio, Nello, avvocato e indagato insieme ad oltre ottanta persone dalla Procura di Barcellona Pozzo Di Gotto, per associazione a delinquere finalizzata alla truffa assicurativa (il procedimento è tuttora in fase di indagini preliminari, ndr). Il dettaglio sulla faccenda è che la Procura barcellonese è sottoposta al controllo del Procuratore Generale di Messina, ovvero lo stesso Cassata.

La prima commissione del Consiglio aveva così deliberato lo scorso 5 aprile, l'apertura della procedura di incompatibilità ambientale, che si sarebbe dovuta votare al plenum lo scorso mercoledì 10 aprile. Ma il pensionamento è arrivato prima e quindi la faccenda si è conclusa con un'archiviazione.

Ma andiamo a ritroso, perché la storia del figlio Nello, è solo l'ultima delle curiose vicende che ruotano attorno a Cassata, condannato per diffamazione pluriaggravata, lo scorso gennaio. L'accusa è quella di aver diffuso nel settembre 2009, anonimamente, un dossier falso sul professore ordinario di Chimica industriale all'Università di Messina Adolfo Parmaliana, suicidatosi l'1 ottobre del 2008, gettandosi da un cavalcavia dell'autostrada Messina-Palermo. Il docente lasciò una lettera in cui spiegò il motivo del suo gesto. (LEGGI QUI )

Il nome del dottore Cassata è stato al centro di diverse interrogazioni parlamentari. Quella del 4 giugno 2008 di Beppe Lumia ( LEGGI IL TESTO ), e quindi antecedente alla morte di Parmaliana, in cui il senatore parla del procedimento a carico del magistrato, di cui si dovette occupare il Consiglio Superiore della Magistratura. Procedimento conclusosi con archiviazione ,ma dal quale emersero, come dichiara Lumia nella sua interrogazione, la frequentazione di un circolo culturale di Barcellona Pozzo di Gotto, il "Corda fratres", di cui il dottore cassata era stato presidente e tra i cui soci vi erano il boss "incontrastato" della mafia barcellonese Giuseppe Gullotti, mandante dell'omicidio del Giornalista Beppe Alfano, e Rosario Cattafi. Lumia parla anche di "conversazioni per strada" tra Cassata e Venera Rugolo, figlia del vecchio boss barcellonese Francesco Rugolo e moglie di Giuseppe Gullotti e ancora di un "viaggio in auto a Milano nel 1974, del dottor Cassata in compagnia del boss Giuseppe Chiofalo".

Franco Cassata alle accuse ha sempre risposto dicendo che : «Gli organismi di competenza che se ne sono occupati a fini disciplinari hanno ritenuto del tutto doveroso e irreprensibile il mio comportamento. E gli aspettiche interessavano me, il magistrato e i due colleghi, dell'informativa Tsunami sono stati archiviati. In quanto procuratore generale in quella occasione avevo il dovere di controllo e vigilanza a fini disciplinari sul comportamento del magistrato. Un provvedimento che ho preso puntualmente sollevando il dottor Canali dal processo Mare Nostrum, un provvedimento doloroso che ha comportato lo slittamento del processo. Riguardo poi agli atteggiamenti intimidatori che avrei tenuto neiconfronti del pm De Feis, lui stesso ha escluso la circostanza. Non ho inoltre mai frequentato Rosario Cattafi, e riguardo alla mia frequentazione della Benemerita Corda Frates esistono già 5 o 6archiviazioni".

Il Consiglio superiore della magistratura nel 2003 archiviò il procedimento ex articolo 2 del regio decreto-legge 31 maggio 1946 n. 511 a carico del dottor Cassata. Nella motivazione di archiviazione mai si escludono i contatti di Cassata con esponenti della mafia, che sono, al contrario, messi in evidenza, elencati, ma giustificati adducendo "Soltanto un atteggiamento "interventista" del dottor Cassata in situazioni nelle quali le regole deontologiche avrebbero dovuto consigliargli di astenersi mantenendo un contegno consono alla funzione professionale svolta che impone riserbo e rispetto delle altrui sfere di competenza e libera determinazione".

Le situazione dalle quali si sarebbe dovuto astenere sono, come dicevamo, elencate nelle motivazioni stesse e noi le riportiamo: "Di tutti gli episodi in essa indicati come dimostrativi di una stabilità di relazioni tra il dott. Cassata ed il Gullotti (boss di Barcellona Pozzo di Gotto, nonché assassino del giornalista Beppe Alfano, ndr) possono ritenersi veritieri solo quelli riguardanti la iscrizione del Gullotti alla Corda Fratres e quello relativo all'incontro del dott. Cassata con la moglie del Gullotti. Questi due episodi peraltro non appaiono tra di loro collegati ma slegati ed inoltre non vi è prova che nell'ambito della Corda Fratres vi fosse consapevolezza della attività criminosa del Gullotti e del relativo ruolo mentre l'episodio dell'incontro con la Rugolo appare del tutto occasionale ed innocuo. Questi specifici episodi non appaiono neppure rilevanti, di per sé considerati, ad essere apprezzati ai fini di una valutazione in termini di incompatibilità ambientale, funzionale o disciplinare".

E ancora si legge: " Di tutti gli altri episodi se ne ritengono solo tre di potenziale rilievo ex art. 2 L.G. l'intervento sul maresciallo Campolo per sopprimere la relazione di servizio sull'incontro con la moglie del Gullotti, l'intervento eseguito su più soggetti nella vicenda del carabiniere Napoletano, l'intervento sul G.I.P. dott. Cappuccio. Tutti e tre questi episodi sono caratterizzati da un atteggiamento 'interventista' del dott. Cassata in situazioni nelle quali le regole deontologiche avrebbero dovuto consigliargli di astenersi mantenendo un contegno consono alla funzione professionale svolta che impone riserbo e rispetto delle altrui sfere di competenza e libera determinazione (...) Non si ritiene che simili condotte possano integrare ipotesi di incompatibilità ambientale o funzionale e ciò in considerazione del contesto nel quale i fatti sono accaduti, della oggettiva loro limitatezza a fronte dal trascorso professionale di alto rilievo del magistrato e della permanente positiva considerazione della immagine professionale del magistrato come attestata dallo stesso Procuratore Generale e dal Consiglio dell'Ordine degli avvocati della sede giudiziaria ove lo stesso opera. I tre episodi in esame appaiono, per le ragioni già esposte, meritevoli di valutazione in sede disciplinare.

In relazione all'episodio della relazione di servizio del M.llo Campolo risulta che l'esposto dell'avv.to Colonna del 10 ottobre 2000 contenente la notizia è stato inviato anche al Ministero della Giustizia ed al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione. L'episodio relativo all'intervento presso il G.I.P. dott. Cappuccio è già stato oggetto di indagine predisciplinare da parte del Ministro della Giustizia. Circa le interferenze del dott. Cassata nella vicenda del carabiniere Napoletano si osserva che la notizia era contenuta negli esposti dell'avv.to Repici in data 19 novembre 2001 e 11 marzo 2002 inviati al solo C.S.M.: in relazioni a tali condotte risulta essere stato anche aperto procedimento penale conclusosi con decreto di archiviazione del G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria in data 21 giugno 2002. Pur essendo logicamente conseguente a ciò che anche i titolari della azione disciplinare siano stati informati si ritiene di darne notizia agli stessi in quanto dagli atti in possesso di questo Consiglio non risulta con certezza l'avvenuta formale comunicazione. All'unanimità propone l'archiviazione del procedimento e dispone la comunicazione ai titolari dell'azione disciplinare relativamente al solo episodio di interferenze nella vicenda del carabiniere Napoletano".

Da aggiungere c'è davvero ben poco.

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