Si è conclusa l'arringa della difesa del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per la mancata cattura di Bernando Provenzano nel 1995. Oggi sarà la giornata della controreplica del pm Nino Di Matteo.
L'udienza dello scorso venerdi, si è conclusa con la voce rotta dalla commozione di Basilio Milio, il legale degli imputati. Emozione arrivata proprio alla fine della requisitoria, quando Milio ha deciso di spendere qualche parole per il generale Mori: "Perderò molto più tempo per questo di quanto ce ne ho messo fin ora. Mio padre (l'avvocato Piero Milio morto tre anni fa, ndr) quando è andato via, mi ha lasciato questo processo sul tavolo. Quando è morto loro mi hanno detto "Ti abbiamo adottato".
Le presunte accelerazioni sulla strage Borsellino – ha detto durante la prima parte della sua arringa – "non sono e non possono essere riconducibili alla trattativa. D'altronde se lo stesso Borsellino, che dopo strage Capaci lavorava incessantemente per scoprire le cause il movente e gli esecutori, non si fosse fidato dei Carabinieri, non li avrebbe cercati ripetutamente anche per avere notizie, informazioni e dettagli sul rapporto "mafia e appalti" stilato dal Ros e su cui aveva lavorato lo stesso Falcone. Voi, signori della Corte avete la necessaria serenità per poter decisdere , quella serenità che non si è avuta nel processo sulla trattativa, dove è stato costante il tentativo di influenzare l'opinione pubblica, insultando gli imputati, con striscione e agende rosse".
Infine Milio ha chiesto l'assoluzione per il generale Mori: "Assoluzione perchè il fatto non sussiste. Questa è la più ampia formula di liberzione per quest'uomo".
Subito dopo la parola è passata al pm Nino Di Matteo, che ha chiesto l'acquisizione di alcuni atti documentali tra cui le note del Dap sulle recenti dichiarazioni di Riina. "Alle illazioni noi rispondiamo con i documenti" ha detto il sostituto procuratore.
La corte presieduta da Mario Fontana, dopo una camera di consiglio di mezz'ora, ha deciso di rigettare tutte le richieste avanzate (LEGGI QUI NEL DETTAGLIO QUALI) perché ''che nessuno dei documenti di cui e' stata chiesta l'acquisizione ha valenza decisiva ai fini della decisione sull'imputazione contestata''.
Oggi le repliche della Procura. La corte si ritirerà in camera di consiglio il 17 luglio.
M.Ge.
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