Sono la registrazione e trascrizione della cassetta di radio radicale contenente l' intervento del dottor Roberto Scarpinato, in data 3 giugno 1992, in occasione di una riunione dell'Anm, il biglietto del generale Antonio Subranni, indirizzato al procuratore della Repubblica di Palermo, il dottor Giammanco con allegato comunicato Ansa del 2 luglio 1992 in merito alla posizione del Ros sull'Anonimo, la nota del comandante del Ros, generale Antonio Subranni del 3 ottobre 1992, la copertina del documento da cui si evince l'assegnazione del procedimento sull'anonimo, la nota del Dap dello scorso 21 maggio 2013 sulle dichiarazioni rese da Riina in carcere e allegati verbali delle sommarie informazioni degli agenti della polizia penitenziaria.
La spiegazione di queste richieste, esplicitata dal Pm Di Matteo.
"L'ascolto dell'arringa difensiva, mi permette di dire che per larghissima parte, per ragioni che sono comprensibili ma che certamente non sono processuali in questo dibattimento, si è fatto riferimento alle vicende del movente di un omicidio a strage di cui è competente altra autorità giudiziaria, laddove il problema della conoscenza della trattativa del dottor borsellino in questo dibattimento, rileva semmai, ed è l'interesse della procura per collocare nel tempo i contatti tra i Carabinieri e Vito Ciancimino e i contenuti di quei contatti e non certo serve a questa Procura per collocare i contatti tra Ciancimino e non certo il movente della strage che spetta ad altri accertare e in altre sedi.
Ma dall'ascolto mi è nata un'altra esigenza, anche per porre un' argine ad una arringa difensiva che è stata piena di riferimenti ad atti e fatti non acquisiti dal fascicolo del dibattimento, riferimenti spesso parziali, insinuanti, maliziosi e non ha importanti nei confronti di questo pubblico ministero, mi spiace di più nei confronti di chi ha sempre condotto le indagini in maniera impegnata, serena ed obiettiva.
Si è fatto riferimento parziale, parlando del tema della Dissociazione, tema di pertinenza del vostro giudizio, facendo riferimento all'intervento di un magistrato nel corso dell'assemblea dell'Anm del 3 giugno 1992. Quella registrazione è stata acquisita dalla Dia e integralmente trascritta.
Visto che sono state dette delle cose, è necessario acquisirle, perché alle insinuazioni, la Procura risponderà con i documenti. Andare a vedere quali sono le proposte elaborate dall'Anm di cui Scarpinato di fece latore in quell'occasione.
E' vero, riguardano gli stessi contenuti del papello, ma in modo assolutamente contrario se è vero che si fa riferimento alla severa riforma dell'immunità parlamentare, alla richiesta di riformulare la fattispecie di cui all'art 416 bis, aggravando le pene, ed estendendo la sfera di applicazione a tutti quei comportamenti in cui si sostanzia lo scambio voto-affari, se si fa riferimento alla riforma della legge sugli appalti, se si fa riferimento ancora alla legge sui pentiti, una legge che sul modello di quelle emanate per i terroristi pentiti o dissociati prevede una causa di una punibilità per tutti i reati esclusi quelli di sangue commessi o la cui permanenza sia iniziata entro una data comunque anteriore all'entrata in vigore della legge, per gli appartamenti a cosa nostra o comunque all'associazione mafiosa i quali entro tre anni dissociandosi intraprendono una collaborazione con la giustizia, operandosi per evitare che l'attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, aiutando concretamente l'autorità di Polizia o l'autorità giudiziaria nella raccolta di elementi decisivi per ricostruzione dei fatti e per 'individuazione e la cattura degli elementi alla medesima associazione. Non si venga a dire - continua Di Matteo – che questo è il tema della dissociazione usato nel Papello.
E ancora una severa critica a chi osava in quel momento estendere, come poi avvenne, i benefici della legge Gozzini anche ai condannati per reati di mafia. In questo documento è scritto esattamente che questa cosa non poteva essere tollerata.
Un documento che vi permetterà di valutare la pertinenza di alcune argomentazioni difensive che sono totalmente inconferenti e come troppo spesso accade, anticipate da una gran cassa di una stampa che anticipa per fortuna però anche documentazioni di difesa e quindi ci consente di cercare di trovare documenti.
Altri documenti. Abbiamo concordato con la prospettazione difensiva, nel momento in cui si è detto che l'anonimo, che riguardava anche l'indagine di mafia e appalti, riguardasse sostanzialmente la trattativa come ha ricordato l'avvocato Milio. Ci sono passaggi che fanno venire i brividi, se non altro perché si legge dell'asserito protagonismo nell'anonimo della sinistra dc, del ministro Mannino e di contatti tra il ministro Mannino e Riina.
Noi vi offriamo 4 documenti, necessari. Dobbiamo capire se è vero, se si si può concordare sul fatto che l'anonimo riguardava la trattativa e muovendo anche dalla considerazione che sulla base delle dichiarazioni del tenente Canale sappiamo che il dottor Borsellino lo aveva certamente letto prima dell'incontro del 25 giugno, e che per questo voleva incontrare De Donno (Canale disse "Borsellino era incuriosito dall'anonimo e mi chiese di incontrare De Donno, ndr) questi documenti afferiscono a quella che è la posizione del Ros dei Carabinieri sull'anonimo.Sull'anonimo che riguarda la trattativa in quel momento attribuita principalmente a Mannino che noi riteniamo anche in questo processo essere stato in contatto con Subranni. Vediamo cosa scrive il Ros.
Abbiamo preso un documento da vecchi fascicoli impolverati. L'anonimo inviato a 38 destinatari, che man mano lo inviavano alla procura della Repubblica di Palermo. Già il 20 giugno almeno in 10, lo avevano inviato al procuratore di Palermo. Sulla copertina si legge chiaramente che l'anonimo venne assegnato nella trattazione del procedimento, in data 8 luglio '92 (assegnazione ufficiale, definitiva, quindi assegnato già prima, ndr) al dottor Borsellino e al dottor Aliquò. Il dottor Borsellino aveva dunque non solo pieno titolo, in quanto il più autorevole magistrato della procura di Palermo, ad occuparsi di una cosa così intrecciata e approfondita, ma aveva dunque titolo formale a occuparsi di queste cose.
Il primo luglio '92 il procuratore della Repubblica Pietro Giammanco, firma una delega diretta al signor dirigente del servizio centrale operativo Roma e al signor comandante del raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri. Questa - dice il pm - è la prima risposta molto significativa, informale, che il giorno dopo, il comandante dei Ros, direttamente trasmette, non alla procura di Palermo, ma al suo "caro amico" Piero Gianbanco; c'è un biglietto su carta intestata a firma di Subranni: "Caro Piero ho piacere di darti copia del comunicato dell'Ansa sull'anonimo delle otto pagine. La valutazione collima con quella espressa da altri organi qualificati Buon lavoro, affettuosi saluti Antonio".
Subito, appena viene delegata al Ros un'indagine, tutto si può dire ma non che non ci fosse da indagare, ma immediatamente ecco che viene inviato questo comunicato, dicendo che quello era quello che pensava l'arma dei carabinieri.
Il comunicato allegato recitava – Roma 2 luglio: "Sono illazioni ed insinuazioni, affermano dal comando generale dei carabinieri riportando valutazione degli organi operativi che stanno valutando il documento, (Ros e Sco)che possono solo favorire lo sviluppo di stagione velenose e disgreganti. Oggi si può responsabilmente affermare che talune situazioni – prosegue la nota – affermazioni appaiono talmente assurde e paradossali da evidenziare in modo addirittura puerile con cui si cerca di delegittimare gli esponenti politici siciliani e nazionali nel documento indicato.
Il comandante dei Ros, lo stesso giorno in cui dovrebbe iniziare ad indagare - continua Di Matteo – dice al procuratore della Repubblica che "guardate che stanno infangando Mannino". L'esponente politici addirittura citato come quello che sta conducendo la trattativa con Riina. Ma queste non sono illazioni ma documenti.
Ma quello che lascia perplessi, Sono in grado di produrvi una lettera che, nella mia esperienza, ha un contenuto che non avevo mai visto in una nota dei Carabinieri diretta al titolare dell'indagine. Raggruppamento operativo speciale carabinieri del 3 ottobre 1992, l'organo incaricato dell'indagine, quindi anche sulla trattativa oltre che mafia e appalti, ma il Ros, nella persona del suo comandante scrive: "le notizie contenute nell'anonimo in oggetto si riferiscono a fatti e circostanze taluni manifestamente falsi e altri estremamente improbabili e quindi tutto riconducibile ad un contesto di problematiche se non di impossibile riscontro (16,12) Quanto riportato inoltre espone situazioni certamente frutto di una strategia finalizzata ad infondere in chi legge false attenzioni (magari quelle sula trattativa dice), utili esclusivamente a rimestare una realtà scarsamente intellegibile. Appare evidente che l'anonimista intende accrescere il disorientamento prodotto in questi ultimi mesi dai gravissimi fatti di sangue. Pericolosi comportamenti depistanti probabilmente tenuti con lucida determinazione dalla stessa consorteria mafiosa.
Questo è estremamente grave e deve suggerire la necessità di non incorrere nell'errore di inflazionare potenzialità e sforzi investigativi che meglio possono essere impiegati in indagini serie e concretamente orientate da fatti e da risultanze di prima battuta".
Il senso è: Non indagate su queste cose. Sa quante volte in questi anni me lo sono sentito dire - aggiunge il magistrato - ma la conclusione è ancora più sconvolgente, scrive infatt il comandante Rosi: "A mio giudizio, questo anonimo non merita di suscitare un'attivazione della giustizia e per ciò mi permetto di proporre – lo dico responsabilmente - che la signoria vostra archivi immediatamente il tutto ai sensi della normativa vigente".
Quindi se l'anonimo che era oggetto dell'incontro tra Paolo Borsellino e De Donno del 25 giugno e che riguardava anche la Trattativa, dipingeva questa situazione della trattativa in atto con dei protagonisti come Mannino da un lato e Riina dall'altro, il comandante dei Ros scrive queste cose. Le scrive prima all'amico Giammanco e poi ad Aliquò, chiedendo l'immediata archiviazione.
Abbiamo ricevuto una nota del ministero della Giustizia del 31 maggio, già depositata, in cui si fa riferimento ad una esternazione con due agenti del Gom di Savatore Riina, abbastanza complessa, in cui si parla di tante cose, una affermazione in cui è contenuta la frase "A me mi ha fatto arrestare Berardo Provenzano e Ciancimino e non come dicono i carabinieri". Noi vi chiediamo di acquisire anche le sommarie informazioni dei due agenti che hanno acquisito queste informazioni. Che hanno confermato e delineato il contesto di queste esternazioni. Uno dei due firmatari, ha ulteriormente riferito che in una data successiva il 31 maggio ha detto che Riina mentre stava andando nella saletta per ascoltare l'udienza in corso in corte d'Assise, disse "Io non cercavo a nessuno, erano loro che cercavano me".
Laddove il tribunale ritenendo di accogliere queste richieste relative all'anonimo siamo in grado di produrre il fascicolo in pochissimi giorni e se ritenesse di voler ascoltare i due agenti del Gom, credo che sarebbero in grado di comparire senza farci perdere il programma già stabilito.
- Tutte le richieste sono state rigettate perchè secondo la corte presieduta dal presidente della IV sezione penale del tribunale di Palermo Mario Fontana (nella foto): "nessuno dei documenti di cui e' stata chiesta l'acquisizione ha valenza decisiva ai fini della decisione sull'imputazione contestata".
M.ge.
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