La storia dei gazebo e dell'occupazione del suolo pubblico abusiva a Palermo, assume contorni grotteschi. Dopo aver chiuso innumerevoli locali, aver elargito multe e apposto sigilli, l'Amministrazione Comunale fa marcia in dietro sospendendo le chiusure coattive in attesa che i vari giudici a cui i commercianti hanno presentato ricorso si esprimono definitivamente.
Certamente, dal lato del commercio un fatto positivo, un dialogo che si apre per risolvere una vicenda che comunque resta piena di ombre. Perchè, come spesso dico, bisogna dirsi la verità. La verità è sempre un buon punto di partenza per risolvere veramente i problemi. La domanda che sorge spontanea allora è: Come mai un amministrazione pubblica, come il Comune di Palermo, con tanto di Assessore al ramo, segreterie tecniche, uffici di gabinetto, avvocatura e chi più ne ha più ne metta, mesi fa decide di usare il pugno duro contro i "commercianti abusivi" senza avere certezza assoluta che i provvedimenti consequenziali siano inoppugnabili? Visto che molti degli interessati hanno presentato ricorsi, accolti e a cui sono state date anche sospensive ai provvedimenti del Comune. Non c'è mai una responsabilità precisa, perchè? Oggi l'Amministrazione Comunale sceglie di mollare la presa in attesa che la giustizia decida, ma qualcuno all'interno della stessa amministrazione avrà, mesi fa, valutato la fondatezza dei provvedimenti di chiusura prima di emetterli? Come mai un semplice ricorso da sospensive al provvedimento a cosa serve tutto l'apparato burocratico e tecnico, che noi paghiamo, all'interno dell'Amministrazione se poi bisogna fare marcia in dietro...
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