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Fare impresa a Palermo è impresa titanica. Il ''caso'' Ombelico del Mondo, specchio del turismo siciliano martoriato

Alessandro Cilano e Aldo SpataforaLa storia dell'Ombelico del Mondo è emblematica perché racchiude in se difficoltà, vessazioni, intoppi burocratici, ignoranza, mancanza di volontà, ovvero quanto di peggio un imprenditore che scegli di investire nella sua terra, possa incontrare, soprattutto se quello in cui vuole investire è il Turismo e la valorizzazione dunque di quel territorio. Purtroppo è solo uno dei paradossi della nostra Sicilia, ma forse uno dei più grossi per un'isola "in un mare di luce" come recita un noto spot, che per 10 mesi all'anno gode di una temperatura perfetta per poter sfruttare tutte le risorse turistiche (naturali e non) di cui dispone.

Alessandro Cilano è il fondatore dell'Ombelico del Mondo ed è soprattutto il responsabile regionale della FIBA Confesercenti che si occupa proprio di quelle tematiche legate alle strutture balneari .
Dopo anni di battaglie a colpi di sentenze e ricorsi, vinti, pochi giorni fa l'ultima sentenza del TAR Sicilia, aveva definitivamente dato ragione a Cilano, su tutto, e annullato il provvedimento del Comune di Palermo – Area della Cultura, ufficio Turismo.

Una sentenza chiara: L'Ombelico del Mondo è in regola e la struttura può rimanere sulla spiaggia libera di Mondello fino al 2020 in base alla legge recepita dalla Regione.

Ma la felicità e la soddisfazione è durata lo spazio di un mattino. Nonostante il parere del Tar (che ripetiamo, è solo l'ultimo in ordine di tempo) ecco che dal Comune, ma questa volta dal settore Edilizia privata, arriva lo scorso 27 gennaio una notifica in cui è annunciato l'avvio del procedimento in base alla legge 47 dell'85, quella sull'abusivismo per intenderci.

Una notifica che il Comune ha prontamente inviato per conoscenza a 12 uffici, tra cui Procura della Repubblica, Polizia Municipale, Asp, sovrintendenza beni Culturali, Capitaneria di Porto, Suap, Assessorato regionale territorio e Ambiente e chi più ne ha più ne metta.

Una situazione imbarazzante, in cui più che mai si evince che, ancora una volta, al Comune di Palermo, la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra, a scapito sempre dell'onesto lavoratore.
Inoltre come vedremo, proprio la Regione ha dato delle indicazioni ben precise, che riguardano l'Ombelico del Mondo nel caso specifico, ma che chiaramente valgono per tutti gli stabilimenti balneari dell'Isola. Eppure c'è chi fa orecchio da mercante o è ignorante. Non c'è altra spiegazione.

La storia in breve...
Nel 2007 il Comune bandisce una gara per la gestione delle aree demaniali da destinare a spiagge libere attrezzate. L'associazione Ombelico del Mondo vince e gestisce la spiaggia attuando la destagionalizzazione prevista dall'art 2 della legge 15 del 2005.

Ed è così che la spiaggia libera di Mondello, dopo anni di incuria e abbandono, diventa una meta turistica conosciuta ovunque, nel nostro paese come all'estero e per i palermitani diventa un punto di ritrovo tra i più apprezzati della città, ma soprattutto un motivo di orgoglio.

Succede però che secondo alcuni il contratto era scaduto alla data del 31 gennaio 2012, per altri no e l'Ombelico del Mondo non avrebbe potuto nemmeno destagionalizzare.  Ed è qui che iniziano i primi problemi.

Il 2 gennaio del 2013, il settore ufficio Turismo del Comune invita Cilano allo smontaggio della struttura entro 15 giorni perché - dice il comune – il contratto di affidamento in gestione è scaduto e in quanto trattandosi di spiaggia libera attrezzata, non poteva destagionalizzare.

Inizia la querelle. Il provvedimento infatti viene impugnato. A febbraio il settore Attività produttive revoca l'autorizzazione per la somministrazione di alimenti e bevande. e anche si questo si sono rivolti al Tar.
Abbiamo chiesto chiarimenti sulla materia, in generale.

Il tema della destagionalizzazione è più complesso di quello che sembra. Per destagionalizzazione si intende il prosieguo dell'attività oltre la stagione estiva. "C'è da capire - dice l'avvocato Aldo Spatafora – se in Sicilia di applica la proroga delle concessioni demaniali e dunque non scadono nel termine stabilito nella concessioni, o se si applicano le legge statali che fissano la scadenza al 31 dicembre 2020.

Il legislatore dice che gli stabilimenti balneari possono destagionalizzare e allora bisogna capire se si deve intendere in senso restrittivo o meno. Noi pensiamo di no e lo dice lo stesso Tar secondo cui le strutture balneari, svolgono tutte attività di somministrazione e dunque, se si ammettono regolamentazioni diverse si crea una disparità di trattamento tra cittadini, il che è incostituzionale. Il Tar ha stabilito - aggiunge -  che l'applicazione della legge non è limitata agli stabilimenti balneari ma anche alle spiagge libere attrezzate e alle spiagge attrezzate per la fruizione e dunque anche all'Ombelico del Mondo".

Ma nonostante tre provvedimenti cautelari dal Tar, una istanza accolta con decreto presidenziale del 26 marzo 2013, e l'ordinanza collegiale, il Comune è andato avanti impugnando il ricorso davanti al Cga, il quale però lo scorso 3 giugno, ha confermato l'ordinanza cautelare.

Poi c'è stata la sentenza del Tar dello scorso 23 gennaio che sembrava aver messo un punto e dato un po' di respiro. Il tribunale amministrativo ha infatti dato ragione a Cilano su tutto, spiegando chiaramente che il termine di scadenza delle concessioni demaniali marittime è prorogato al 31 dicembre 2020. Ma il settore Edilizia privata del Comune di Palermo lo scorso 27 gennaio ha notificato un nuovo provvedimento, in barba a quanto stabilito e deciso dall'organo superiore, in cui avvisa dell'avvio del procedimento ai sensi della legge 47 dell'85, la legge sull'abusivismo.

"Siamo ad un maldestro tentativo di aggirare le sentenze - rincara Spatafora - e colpire la struttura sotto altro aspetto".
"Noi – dice Cilano – come sindacato balneari abbiamo seguito tante altre vicende, Sferracavallo il Playa Bonita, il Miramare a Isola delle Femmine , tutte strutture che adesso possono lavorare tutto l'anno dopo le risposte di Tar e Cga con l'applicazione dell'ex art 12 della legge 15 del 2005 che all'art 2 dice che chiunque opera in attività di demanio a semplice comunicazione con l' autorizzazione di cui è già in possesso può operare tutto l'anno . C'è bisogno di regole chiare, per tutti, sull'uso del demanio. Bisogna creare i presupposti per costruire un procedimento turistico tutto l'anno. I turisti frequentano spiagge e posti di mare anche in inverno o primavere, vogliono vivere il mare".

Le cose da spiegare sono tante, troppe le contraddizioni, perché se da un lato il Comune non è più interessato a mantenere le spiagge per costi elevati o scelte politiche, dall'altro lato, c'è un altro settore del Comune che dice che si sta provvedendo a rinnovare le concessioni. "Delle due l'una – dice Spatafora – il sindaco deve decidere cosa fare, il comune ha sempre rifiutato il concetto di proroga delle concessioni.
Sembra anche che si ignori la differenza tra rinnovo e proroga".

E c'è anche un altro aspetto, da mettere in risalto. "I comuni - spiega il fondatore dell'ombelico del Mondo – sono obbligati alla redazione dei Piani di utilizzo del demanio marittimo (PUDM), che prevedono la nella suddivisione dei litorali, in 5-6 lotti, che alla scadenza, quindi nel 2020, saranno riposti a bando. Dunque si torna punto e a capo. Il Comune è interessato o no? Che senso ha?
Inoltre nei piani presentati è specificato che l'utilizzo delle spiagge sarà per il periodo di gestione balneare con orario che andrà dalle 9 alle 19 e si torna quindi a 20 anni fa. La Sicilia va indietro, sempre".

Per tornare in fine alle enormi contraddizioni di tutta questa storia, nelle sentenza del Tar è scritto a chiare lettere che "La Giunta regionale, che con deliberazione n.397 del 12 ottobre 2012, ha preso atto della nota dell'assessore regionale al territorio e ambiente dell'ottobre 2012 e ha chiarito che nell'ordinamento regionale trova diretta e immediata applicabilità la proroga del termine di durata delle concessioni.... E conseguentemente, l'Amministrazione NON è tenuta ad istruire alcun procedimento di "rinnovo" e, dunque, non deve adottare alcun provvedimento amministrativo".
Non si comprende quindi come sia possibile che il Comune non ne prenda atto.

L'Ombelico del mondo rimane aperto, ci sono posti di lavoro da garantire. "Non c'è certezza e il turismo non può vivere o costruire nell'incertezza. Ha bisogno di programmazione, altrimenti è destinato a morire qualunque tipo di progetto e attività. La città è in crisi, la disoccupazione è a livelli altissimi e quando il privato nonostante tutto ci prova e agisce, vie ne trattato come un criminale. Le attività piccole e medie - conclude Cilano – sono il motore di una nazione che è quello che non si vuole capire, gli uffici si devono organizzare, serve coesione. Bisogna confrontarsi sul da farsi. Noi andiamo avanti"

Sicilia bedda dice una canzone, ma che più che in un mare di luce, come recitava uno spot,  è in un mare di guai.

INTERVISTA AD ALESSANDRO CILANO

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