Da alcuni giorni udiamo il tam tam su un imminente rimpasto a Palazzo delle Aquile. Si parla di sostituzione di alcuni assessori e, insieme, della "solitudine" di Leoluca Orlando, intendendo con ciò il gelo ormai evidente nei rapporti tra il Sindaco di Palermo e i partiti che, indipendentemente dai posizionamenti al momento del voto di due anni fa, potrebbero oggi, in teoria, sostenerlo. Mi riferisco in particolare al Partito Democratico che, anzi, ha recentemente approvato, in sede di Assemblea provinciale del partito, un pesantissimo documento in cui veniva sancita una rottura, possiamo azzardare definitiva, mi auguro di no, con il Primo Cittadino. In più di un'occasione, ben consapevoli delle difficoltà dell'Amministrazione comunale a dare un impulso deciso e visibile alla soluzione delle mille emergenze della città, purtroppo ancora tutte lì, abbiamo suggerito al Sindaco, a parte cambiare chi non funziona nella squadra e nella macchina comunale, di intestarsi un'iniziativa politica di largo respiro che coinvolgesse cittadini, organizzazioni, istituzioni, associazioni, movimenti, partiti e sindacati. Nello spirito di un'azione corale di corresponsabilità, ognuno nel rispetto del proprio ruolo e della propria funzione sociale. L'unico modo, a nostro sommesso parere, non solo per uscire da una qualsivoglia forma d'isolamento, ma anche per avviare concretamente il motore di una rinascita che non può vedere impegnato solo il governo cittadino. Palermo non può risorgere, per la gravità dei problemi che la affliggono, senza i palermitani. L'avevamo chiamata una Leopolda palermitana, per indicare un metodo di lavoro comunitario e parimenti specialistico, per settori, attento ai contenuti e non alle appartenenze, così come sperimentato da Matteo Renzi per il governo del Paese. Almeno fino a questo momento l'appello è rimasto inascoltato. Adesso, ci ritroviamo alle prese con il classico rimpasto e con una distanza sempre più ampia tra l'Amministrazione e i palermitani. Da un lato Orlando rivendica il diritto/dovere di scegliere, senza ascoltare alcuno, i nuovi assessori che andranno a sostituire coloro cui sarà revocato il conferimento, dall'altro i partiti sembrano, apparentemente, indifferenti a quanto sta accadendo a Piazza Pretoria. Forse, sarebbe il caso di prestare attenzione esclusivamente agli interessi della città, lasciando da parte rigidità e concentrandosi su ciò che occorre fare e su ciò che può unire. Urge scrivere con le forze politiche presenti in Consiglio comunale, facendo riferimento al programma del Sindaco votato dagli elettori, un elenco di cose da realizzare subito, con tempi celeri e decidere insieme come e chi deve realizzarle, non escluso in termini di maggioranza a Sala delle Lapidi. Un patto per Palermo che faciliti e sviluppi i rapporti tra Amministrazione, Consiglio comunale, parti sociali, partiti e istituzioni cittadine e produca risultati concreti. Certo, dobbiamo averlo chiaro, per uscire dal tunnel non può bastare la sostituzione di alcuni assessori per quanto tale operazione, da noi stessi invocata, sia necessaria.
Pippo Russo