Unità e rispetto per gli elettori, Pippo Russo scrive una lettera aperta ai dirigenti del PD

 

Unità e rispetto per gli elettori, Pippo Russo scrive una lettera aperta ai dirigenti del PD. "Cari amici del Partito Democratico siciliano, con la massima considerazione per tutti, dirigenti ed esponenti che operano nelle istituzioni, non posso non esprimere amarezza e preoccupazione per le pesanti polemiche, anche e soprattutto di queste ore, che continuano a scuotere il partito da troppo tempo. Amarezza e preoccupazione che sicuramente non colpiscono soltanto me, sarebbe irrilevante, ma tanti militanti, iscritti ed elettori del Pd.

Polemiche incomprensibili, soprattutto dopo l'ottimo risultato elettorale del 25 maggio scorso. Risultato inaspettato in Sicilia, regione candidata per le sue profonde sofferenze economiche e sociali, e per la distanza siderale tra i cittadini e i palazzi del potere politico, a un forte astensionismo, già comunque rilevante, o a un dilagante voto populista e di protesta. Gli elettori siciliani, invece, sono stati responsabili, non si sono lasciati sopraffare dalla sfiducia o dalla rabbia, sentimenti che se prevalenti sarebbero stati oltremodo giustificabili. Facciamo si, ne abbiamo l'obbligo morale, che a tanta responsabilità dei siciliani corrisponda la responsabilità collettiva del nostro partito, ora prima forza politica dell'Isola, soggetto che deve rappresentare un luogo credibile per chiunque voglia costruire un soggetto aperto e unito, fondato sui valori costituzionali, su una sintesi armoniosa di tutte le anime in esso presenti e su concrete proposte programmatiche. Una cosa è la ricchezze di idee, di storie e di riferimenti culturali, altra cosa sono gli scontri e le rigide contrapposizioni che non servono mai, in alcun caso, nemmeno per un'asserita nobile ragione.

Matteo Renzi ha detto bene all'indomani dello storico 40,8% conseguito alle europee, non è un patrimonio definitivo, tutt'altro, ma una cambiale, un attestato di fiducia, che bisogna onorare. Ciò vale molto di più per la Sicilia che grazie all'effetto Renzi non è stata, come sovente è accaduto, una parte staccata dell'Italia, in negativa controtendenza. Sarebbe assurdo che alla volontà dei siciliani di contribuire al cambiamento in atto nel Paese non si associasse una conforme volontà da parte del Pd siciliano volta a cambiare questa martoriata terra e a rinnovarsi, ne dovremmo rispondere oggi e alle future generazioni. Anzi, progetto affascinante, siamo proprio noi che dobbiamo intestarci forse la prima e vera stagione del cambiamento in Sicilia, se non ora quando.

Nel partito ci sono le sedi per discutere, per confrontarsi avendo presente che ogni dibattito deve avere come fine ultimo il percorso migliore per servire il bene comune. In particolare, secondo le funzioni proprie dei partiti, del governo e del parlamento regionali, occorre innanzitutto potenziare l'attività dell'esecutivo per fare quelle riforme assolutamente necessarie sul terreno dello sviluppo, del lavoro, dell'innovazione e della lotta agli sprechi e ai privilegi. Giovani, famiglie ed imprese le attendono con impazienza. Siamo troppo indietro, in continuo affanno, in un contesto difficilissimo, non dimentichiamolo, in cui il sottosviluppo e l'arretratezza, in parecchi settori vitali, si coniuga tristemente con il cancro dalla mafia, dal racket, dal pizzo e della corruzione. Un contesto che non consente il vivacchiare alla giornata. Abbiamo tanto da lavorare. Spero di cuore che il mio appello sia accolto"