Mentre Palermo si prepara a celebrare la festa dell'orgoglio omosessuale con l'apertura venerdì delle manifestazioni del Pride nazionale e il Comune istituisce il Registro delle Unioni Civili, i partiti politici polemizzano e non sono esattamente compatti.
Aria tesa in casa Pd.
Quando Sala delle Lapidi approvava la delibera che riconosce ''alle coppie di sesso diverso e dello stesso sesso, residenti in città, benefici e opportunità amministrative di competenza dei diversi rami dell'amministrazione", i rappresentanti del Partito democratico non c'erano.
Assenza che non è passata inosservata. A sottolineare la defezione non sono però i rivali politici...
Il primo a intervenire è il deputato regionale Fabrizio Ferrandelli, che boccia come "poco seria la clamorosa assenza a Sala delle Lapidi dei consiglieri del Partito Democratico". "E' la prova provata - aggiunge.- che c'è ancora tanta strada da fare per affermare all'interno del Partito Democratico l'importanza di politiche che sono semplicemente gesti di civiltà".
Rincarano la dose i deputati Davide Faraone e Ivan Scalfarotto, che tacciano come "poco comprensibili i segnali che arrivano da Palermo''.
"L'assenza dei consiglieri comunali Pd - aggiunge Fabio Teresi, presidente della Quinta Circoscrizione - non può avere un valore politico. Resta però un problema 'pratico': a Palermo abbiamo solo tre consiglieri e uno di loro, Teresa Piccione, è stata eletta deputato nazionale ma continua a mantenere il doppio incarico, sottraendo inevitabilmente tempo ed energie al lavoro che il Partito deve portare avanti al Comune".
"L'assenza durante il voto non è stata determinata da una scelta politica ma da esigenze contingenti ", replica la diretta interessata. "Ho fatto presente infatti nelle sedi opportune -continua la Piccione- che io non avrei potuto essere presente perché impegnata in votazioni a Roma e che i consiglieri Filoramo e Di Pisa non erano presenti per impegni personali. Ogni polemica sull'argomento pertanto è solo pretestuosa".
E se in casa Pd si litiga, l'opposizione insorge.
"Nei prossimi giorni – annuncia Angelo Figuccia (Partito dei siciliani -Mpa) - inizieremo una raccolta di firme per indire un referendum popolare per chiedere l'abrogazione della delibera del Consiglio Comunale che ha istituito il registro delle unioni civili". "Siamo convinti - dice Figuccia - che la maggioranza dei palermitani sia contraria a questa decisione adottata dal Consiglio, contro cui io ho votato. E' davvero stupefacente il voltafaccia del sindaco Orlando, che, come Giano Bifronte, nei giorni scorsi si è fatto ricevere dal Papa come paladino dei valori della famiglia, mentre adesso si è fatto promotore di un atto che rischia di minare le fondamenta su cui si basa la nostra società civile, la famiglia formata da un uomo e da una donna, dentro la quale far nascere e crescere i figli. Ognuno è libero di vivere come vuole la propria personalità e la propria sessualità, ma esistono determinati valori come la famiglia e il matrimonio che devono essere difesi da tutti. Per questo, chiederemo ai palermitani di abrogare il registro delle unioni civili, una delibera che resterà sicuramente sulla carta anche per la mancanza di qualsiasi legislazione nazionale".
E tutto questo a pochi giorni dal Pride...