I soldi spesi sono tanti, tantissimi, certamente più dei risultati ottenuti. Uno squilibrio tanto grande da insospettire gli uomini dell'Olaf, l'ufficio antifrode dell'Ue.
Parliamo di Sicilia e-Servizi, la spa (al 51% della Regione Siciliana) che in questi anni ha gestito un fiume di denaro per la gestione di progetti informatici.
Adesso gli ispettori Ue vogliono ''chiarimenti in merito alla congruità degli importi e di eventuali contratti di subappalto stipulati dal 2005 in poi, oltre che a dettagliate informazioni circa il bando di gara pubblico e le convenzioni stipulate con il socio privato''.
In pratica l'Ue vuole ricostruire il percorso del denaro mobilitato per Sicilia e-Servizi. Si tratta di oltre 150 milioni di euro arrivati da Bruxelles e affidati direttamente senza gare e almeno altri 100 dati dalla Regione per manutenzioni software e hardware. Per una cifra complessiva che supera i 250 milioni di euro.
Sicilia e-Servizi dal 2006 ha avviato 58 progetti, assegnati direttamente dalla Regione per un importo di 150 milioni. Tra le 'creature' della società il software per il "sistema informatico museale" (costo 4,6 milioni di euro); quello per "il sistema integrato dei beni culturali della Regione" ( 9,6 milioni). Poi ci sono i soldi spesi per la gestione e il monitoraggio dei contratti integrativi" (2 milioni), per "l'estensione della rete medici" (4 milioni). Quasi 2 milioni sono stati spesi per "l'informatizzazione delle elezioni amministrative del 2008" e 500 mila euro sono poi stati impiegati per l'aggiornamento. Altri software sono rimasti inutilizzati, come quello per "l'approvvigionamento elettronico di beni e servizi".
Netta la presa di posizione della Regione che già nei giorni scorsi ha annunciato di volere chiudere la società.
L'assessore all'Economia Luca Bianchi aveva detto di volere "rivedere in toto il sistema di gestione dell'informatica della Regione. Oggi ci troviamo con software costati milioni di euro che non sappiamo utilizzare, perché il personale interno non è stato mai formato la gestione passata ha visto una Regione debole, buona solo a spendere una valanga di soldi avendo poco o nulla in cambio".
"Al più presto - ha annunciato ieri il governatore Rosario Crocetta - provvederemo a commissariale la Sicilia e-Servizi, e penso di chiamare Ingroia che ha dato la sua disponibilità. Alla Sicilia e-Servizi -ha proseguito- lavorano la figlia di Stefano Bontade, il capomafia, e alla Venture il genero. È una società molto strana la Venture, fa parte del cartello di Sicilia e-Servizi ma prende tutti i suoi appalti. Per questo provvederemo immediatamente a commissariare la società, c'è una truffa di circa 200 milioni di euro. Soldi presi in violazione delle norme comunitarie che prevedono il principio della libera concorrenza".