Il Comune di Palermo si è costituito in giudizio ad adiuvandum presso il Tar del Lazio a sostegno del "Coordinamento nazionale per la scuola della Costituzione'', e di un gruppo di cittadini, docenti e di associazioni che hanno promosso un ricorso contro la circolare Gelmini del 14 marzo 2011 e il conseguente decreto interministeriale.
Si tratta del provvedimento che "ha tagliato gli organici della scuola pubblica, lasciando fuori circa 150.000 precari tra docenti, bidelli e personale Ata".
''Quella dolorosa operazione, che ha penalizzato fortemente il sistema scolastico delle regioni del Sud e della Sicilia, in particolare - ha detto l'assessore alla Scuola del Comune di Palermo, Barbara Evola -, è stata fatta dall'ex ministra senza richiedere il parere obbligatorio della Conferenza unificata Stato-Città-Regioni e cioè della rappresentanza degli Enti locali. Il ricorso, dunque, fa leva sull'illegittimità di un provvedimento che, nell'ottica miope di un risparmio per lo Stato, ha inferto un duro colpo ad un settore centrale e da troppo tempo maltratto in Italia come quello dell'Istruzione".
"Oggi con la costituzione in giudizio l'Amministrazione comunale di Palermo - ha proseguito - ha voluto dare un segnale politico chiaro, cui speriamo si unisca anche la Regione Siciliana e, in particolare, l'assessore Scilabra. La costituzione in giudizio del Governo regionale, in rappresentanza della Regione maggiormente penalizzata da quel provvedimento, sarebbe un grande segnale di unità fra le Istituzioni chiamate a difendere gli interessi della scuola pubblica, dei suoi lavoratori e degli studenti".