Parola alla Camera, dove si annunciano giochi di fuoco. Quelli che a palazzo Madama non ci sono stati.
Ed infatti, lo scorso 24 luglio, la Commissione Giustizia del Senato guidata da Francesco Nitto Palma (Pdl) ha approvato con il voto della maggioranza e il parere favorevole del Governo, la "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° luglio 2013, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena".
Il Consiglio dei Ministri su proposta del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri aveva approvato lo scorso 26 giugno il decreto legge contenente "norme dirette ad attenuare l'emergenza del sovraffollamento nelle carceri con un più ampio ricorso alle misure alternative alla detenzione". Decreto presentato al Senato per la conversione in legge e che arriva adesso alla Camera con una serie di proposte di modifica approvate già da palazzo Madama, tra cui quelle del deputato Lucio Barani, del *Gruppo Gal (Grandi autonomie e libertà). Una su tutte la modifica dell'articolo 280 del codice di procedura penale, che approvata definitivamente, cambierebbe così: "La custodia cautelare in carcere può essere disposta solo per delitti, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni".
Proposta dicevamo piaciuta al governo che ha dato il suo parere favorevole e votata dalla maggioranza.
Detto ciò, se il decreto che si discute oggi alla Camera, dovesse passare, chi si macchia di reati di stalking finanziamento illecito ai partiti, falsa testimonianza, abuso d'ufficio, rimarrebbe fuori dal carcere in attesa di giudizio.
Parrebbe inoltre che anche i piromani rientrino in questo decreto. Come ha fatto notare Maurizio Santoloci della testata online Diritto all'Ambiente "dal comma 9 dell'articolo 656 del C.P.P. sono stati eliminati i riferimenti all'articolo 423-bis del C.P., il che significa che "i reati compiuti da chi cagiona un incendio non sono più elemento che esclude la possibilità di avere pene alternative al carcere. In poche parole, se qualcuno viene condannato a tre anni di carcere per il reato di incendio può usufruire della pena alternativa alla detenzione".
Niente carcere preventivo quindi, per gli Stalker. Quasi che la storia non avesse insegnato nulla.
Barani ieri ha detto "La battaglia contro la carcerazione preventiva è una battaglia di civiltà, ad oggi che io sappia non c'è nemmeno uno stalker in custodia cautelare in carcere, non possiamo punirne 100 per colpirne uno". E qualcuno dovrebbe rispondere a Barani che infatti il punto è proprio questo. Il punto sul quale lavorare è proprio questo.
Poi Barani continua "Noi vogliamo assolutamente che gli stalker vadano in carcere e siamo pronti ad intervenire sul disegno di legge sul femminicidio per inasprire pene attualmente non congrue, ma lo svuota carceri ha un'altra finalità e ricordo che ammonta a circa 25.000 l'anno il numero di detenuti in attesa di processo, metà dei quali vengono poi riconosciuti innocenti e nel frattempo hanno scontato ingiustamente la pena carceraria".
E qualcuno dovrebbe rispondergli: perché allora il governo non si occupa di questo prima di tutto? Non si preoccupa di intervenire sul ddl sul femminicidio e sull'inasprimento delle pene? Perché non si occupa di una riduzione seria dei tempo della giustizia invece di trovare soluzioni/escamotage come lo svuota-carceri?
Forse va ricordato a Barani e a chi ha dato l'ok alle sue proposte, che uno stalker fuori dal carcere, torna a cercare la sua vittima e la uccide. E questa è la realtà, non parliamo di fiction purtroppo. Va ricordato che un uomo fuori dal carcere può sempre scappare e allora forse andrebbero valutati i casi uno per uno, in base alla persona, alla storia della persona accusata e non generalizzare in questo pericolosissimo modo.
E lo vorremmo ricordare a chi si appresta a questa votazione, e al presidente della camera Laura Boldrini in particolare, di cui ricordiamo il discorso d'insediamento in cui ha parlato della donna e dei femminicidi e solo une decina di giorni fa aveva risposto alla lettera dei rappresentanti del Comune di Vittoria a seguito del grave fatto verificatosi lo scorso 15 giugno: l'omicidio della professoressa di religione Gianna Nobile, accoltellata dal bidello della scuola a seguito di un rifiuto.
Infine, non ci pare che sia stato cancellato o modificato l'art. 274 Cpp che indica chiaramente, come scrive il penalista Davide Steccanella "Le tre uniche condizioni tassative (ne basta una) per consentire di sottoporre a vicoli anticipati (di qualsivoglia tipologia) chi non è stato ancora giudicato, e tutte e tre finalizzate ad evitare suoi futuri comportamenti prima della finale sentenza, in sintesi, si tratta di evitare che : a) inquini le prove compromettendo il corretto accertamento dei fatti in Giudizio, b) sia dia alla fuga per sottrarsi alla futura esecuzione della pena, c) commetta altri reati "analoghi" a quello per cui è indagato. Ovviamente ognuna di queste tre ipotesi di "rischio" debbono essere molto concrete e ben motivate dal Giudice nella loro ritenuta sussistenza, anche per consentire il successivo controllo da parte del Tribunale del riesame, secondo la procedura indicata agli artt. 309 e ss. Cpp".
Infine una considerazione legittima. Chi approverà un decreto del genere, si dovrà assumere la responsabilità di ciò che accadrà in seguito, caso per caso.
M.Ge.
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*Grandi Autonomie e Libertà, in cui confluiscono esponenti di Lega(2), PdL(7) e Mpa(1).
Presidente Ferrara Mario
Vicepresidente Vicario:Scavone Antonio Fabio Maria
Vicepresidente: Bilardi Giovanni
Segretario: Mauro Giovanni
Tesoriere: Compagnone Giuseppe
Membri: Barani Lucio, Bianconi Laura, Compagna Luigi, Naccarato Paolo, Tremonti Giulio