Giù il sipario sui nove enti siciliani, per effetto della legge del governo Crocetta approvata dall'Ars nei mesi scorsi. La mannaia cala su 335 poltrone. Con qualche ansia in riferimento alla vacatio amministrativa che investirà enti dai quali continuano a dipendere la sorte di quasi 6.000 dipendenti, scuole superiori, strade e taluni servizi sociali.
Con l'abolizione degli enti provinciali il governo Crocetta calcola un risparmio di circa 50 milioni di euro.
I commissari sono già insediati da tempo a Catania, Caltanissetta, Ragusa e Trapani. Il vuoto amministrativo al momento riguarda, dunque, Palermo, Messina, Siracusa, Agrigento ed Enna.La trattativa per la nomina dei commissari corre sull'asse Palermo-Roma, tra Rosario Crocetta e il governo nazionale. Scelte non facili, ma il puzzle si conta di comporlo al più presto. Perché' toccherà ai funzionari guidare le amministrazioni fino al decollo dei liberi consorzi dei comuni, previsto entro il 31 dicembre, enti di secondo grado, cioe' non eletti direttamente dal corpo elettorale. Furioso il presidente della Provincia di Palermo e dell'Unione province siciliane, Giovanni Avanti: "Sarebbe stato più logico e responsabile prorogare i mandati sino alla nomina dei commissari. C'è stata troppa leggerezza che pagheranno i cittadini". L'altra questione riguarda il personale degli enti. Non si sa ancora che fine faranno i dipendenti: nella casse mancherebbero 80 milioni di euro e secondo l'Urps sono a rischio di stipendi, gia' da luglio. (AGI)