Palermo. Si è dimesso il responsabile cittadino dell'Idv Fausto Torta. Una decisione che segue quella dei segretari provinciali di Palermo e Trapani in aperta polemica con la decisione di Antonio Di Pietro di commissariare il partito in Sicilia.
"A seguito del commissariamento della carica di segretario regionale IdV Sicilia – spiega Torta - ritengo non esistano più le condizioni per una mia permanenza nell'incarico conferitomi dall'assemblea degli iscritti IdV di Palermo".
"Non rimpiango – prosegue Torta - anzi ringrazio, per la bellissima esperienza che mi ha permesso, come è mio costume politico, di contribuire alla crescita del partito, consentendomi insieme alla dirigenza provinciale e sotto l'astro trainante del sindaco Leoluca Orlando, di ottenere lo strepitoso risultato alle elezioni comunali di Palermo 2012. Ho creduto fermamente nei valori espressi dal nostro programma, soprattutto quando ci dichiarammo una forza di governo democratica e riformista indisponibile a compromessi, inciuci e corruzione, lungi dall' immaginare che anche noi, un giorno, ci saremmo trovati a dover rendere conto ai nostri elettori degli stessi comportamenti.
Confesso di aver accettato con poca convinzione la scelta di una coalizione rabberciata all' ultimo momento, frutto forse più di una esigenza elettorale che di una vera forma di rinnovamento interno, conscio che qualsiasi soggetto politico nato all'approssimarsi di eventi elettorali, è certamente destinato al fallimento (in alcuni casi l'esperienza insegna che è più saggio fermarsi un giro )".
"Ciò che maggiormente ho sofferto - sottolinea - è stata la mancanza di condivisione delle scelte, l'assenza del leader sul territorio e la segregazione a cui ci siamo spesso consegnati, come se un partito, certamente minoritario, potesse interpretare la pressante richiesta di riformismo da parte degli Italiani e dell' Europa in generale. E' cosa certa che un singolo ramo è destinato a spezzarsi, come è altrettanto certo che un fascio di rami non si spezzerà mai.
Oggi credo nella necessità di un soggetto nuovo o profondamente rinnovato, orizzontale e non verticistico, uno spazio aperto fuori dalle sigle e dalle ideologie con al centro la persona ed i suoi valori, uno spazio di confronto diverso nel linguaggio nei comportamenti scevro da burocrazia, regole e liturgie, peraltro disattese proprio dai vertici del nostro partito".
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