Qual è il vero compito delle Istituzioni nel proprio valore assoluto, ormai perso? Oltre a garantire il funzionamento di una comunità organizzata in Stato, è certamente quello di essere "faro" e direzione. Di dare segnali forti, chiari e inequivocabili, sopratutto nei momenti più difficili, come certamente è quello che sta attraversando il nostro paese. Ma la vera domanda è: da dove devono pervenire questi segnali, o meglio quale dovrebbe essere la loro matrice sociale di cui proprio le Istituzioni si dovrebbero rendere poi interpreti? La matrice siamo noi tutti, noi siamo le vere istituzioni, il popolo è l'unica vera istituzione democratica, il problema, quasi di matrice anarchica, è che poi il popolo ha chi lo rappresenta... Abbiamo creduto a Matteo Renzi, finalmente un giovane uomo, un volto nuovo della politica, con un nuovo linguaggio e per molti versi fuori dagli schemi mummificati della nostra nomenclatura istituzionale e politica. Abile "battitore e anche banditore" che però, a furia di portare sempre alta la bandiera della rottamazione, in realtà con la prossima elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica, più che dal "rottamatore" sta portando il paese dal "carrozziere" per una bella riverniciata, lasciando però tanta ruggine sotto"...
Certo la Sicilia potrebbe avere il suo primo Presidente della Repubblica isolano, palermitano di nascita, ma qualcuno dentro ai "palazzi" della politica si è chiesto se è di questo che ha davvero bisogno il paese in questo momento? Chi è Sergio Mattarella? di cui tutti si affrettano a precisare le indubbie doti morali e di onestà ed integrità...bè è il caso di dire: ci mancherebbe... Sergio Mattarella, di cui anche noi non discutiamo sulla caratura personale, è un uomo che, come ha detto lo stesso Renzi, arriva alla politica dopo la morte del fratello Piersanti, storico leone della DC siciliana, quella sana, e Presidente della Regione, ucciso per mano mafiosa. Perciò, come tanti altri che hanno fatto carriera in politica, per prima cosa Sergio Mattarella è un cognome... Ma spesso la storia ci ha dimostrato che un cognome non basta a fare la differenza. Per chi li conosceva, e come accade spesso in tutte le famiglie, lui e il fratello erano persone caratterialmente molto diverse. Piersanti un combattente da trincea, lui un introverso giurista e studioso. Ma non solo, Sergio Mattarella dalla morte del fratello, ereditò anche la carriera politica diventando deputato della Democrazia Cristiana come fu anche il padre. Un uomo che è nella scena politica da oltre 25 anni ed è stato più volte ministro anche del governo Andreotti. Un uomo che se non complice è certamente stato spettatore attivo del declino politico e sociale dell'ultimo trentennio italiano. Un mediatore per eccellenza, dove la mediazione, nella politica italiana, spesso arriva necessariamente al consociativismo. Basti pensare che la legge elettorale, il famoso Mattarellum poi ribattezzato porcellum porta la sua firma. Legge che ha tolto il potere di scelta dei candidati ai cittadini dandolo totalmente alle segreteria dei partiti. Una lunga carriera ma sopratutto un Democristiano convinto e di tradizione familiare. È quantomeno singolare che oggi proprio Renzi proponga un uomo DC... in un momento storico in cui tutti i cittadini gridano a gran voce la voglia concreta di un cambiamento reale. E quando parliamo di qualcosa di reale intendiamo di tangibile e concreto, anche partendo dalle persone. Io personalmente non ho nulla contro Sergio Mattarella, nulla e tutto però... perchè la sua storia, se pur onorevolissima, non incarna la contemporaneità del paese, quello di cui ci sarebbe veramente bisogno. Del resto si è detto che ora l'Italia avrebbe bisogno di un "arbitro imparziale e severo" e chi dice il contrario... Il problema è che con Mattarella il rischio è quello di vedere rigiocata e arbitrata una partita vecchia di oltre un ventennio.
di Ugo Piazza (nella foto)