Palermo. "All'indomani delle elezioni regionali, la precaria consistenza della maggioranza di cui poteva disporre in modo lineare il presidente della Regione Crocetta ha fatto sì che, da una parte, si aprisse senza alcun pudore il mercato delle vacche, con cambi di casacca da parte di avventurieri della politica, e, dall'altra, Crocetta si ponesse, come un vigile urbano, a dirigere il traffico di quanti volevano soccorrerlo". E' il duro atto di accusa di Saverio Romano, coordinatore nazionale del Cantiere Popolare.
"Oggi - secondo Romano - assistiamo a richieste di rimpasto all'indirizzo di un governatore tirato per la giacca da una moltitudine indistinta, nella assoluta indifferenza delle emergenze della Sicilia, una regione in cui l'unico settore commerciale che sembra non sentire la crisi è quello delle poltrone".
"Una maionese politica impazzita, con toto-nomi e toto-assessori in un puzzle che non interessa i siciliani - prosegue - Sono queste le riforme cui alludeva Crocetta con i suoi sodali? Dove sono le tanto annunciate innovazioni? Pezzi interi dell'economia siciliana segnano il passo, comparti come l'edilizia, il commercio, i servizi, l'agricoltura, sono alla paralisi, ma l'agenda politica del governo regionale registra solo l'occupazione di caselle, di incarichi di sottogoverno, con le aspettative di quanti sono andati a sostenere Crocetta e il suo governo per averne oggi una contropartita adeguata. L'Assemblea regionale - conclude Romano - recuperi le sue funzioni, evidenziando le responsabilità di un governo prima debole e ora anche assente".