La falsa rivoluzione siciliana. Senza vergogna, tagli per tutti tranne che per i politici

Sicilia, il Grande Bluff, la finanziaria salva Casta. Dopo la scandalosa retromarcia sulla formazione professionale, settore che dopo mille proclami conoscerà una piena restaurazione clientelare (http://www.palermoreport.it/notizie/scandalosa-retromarcia-la-formazione-professionale-e-intoccabile), il tanto declamato “modello Sicilia” sembra adesso mostrare tutta la propria ipocrisia. La finanziaria presentata dal Governo regionale al Parlamento Siciliano è di quelle che non passano inosservate, obiettivo tagli per 1,3 miliardi di euro. La parola d'ordine però sembra essere quella di “tagliare tutto tranne i privilegi della casta sicula”. Ai teatri siciliani verranno tagliati i contributi di oltre il 50% passando da 25,6 a 12,8 milioni di euro, alle università poco meno del 35% passando da 23,9 a 15,3 milioni, peggio di tutti staranno le imprese artigiane, già in ginocchio per la perdurante crisi economica. Ad esse i contributi saranno tagliati quasi del 70% passando da 10 a 3 milioni di euro. In questo contesto da mannaia sociale e culturale però anche i nostri politici hanno voluto dare un segnale preciso al passo con i tempi, operando un taglio per le spese del parlamento pari a 0,7% del valore della finanziaria, passando da 162 milioni a 152. Una politica che non sembra conoscere “rossori”. Basti pensare che in qualsiasi regione ordinaria del nostro paese, un deputato non può guadagnare più di 11.100 euro mensili lordi ogni comprensivi, nella nostra regione un deputato ne guadagna 17.645, il 60 % in più. Così come il Presidente del Parlamento e il Governatore in Sicilia guadagnano 22.511 euro al mese quassi 9 mila euro in più che nel resto d'Italia. E non finisce qui, la ciliegina sopra la torta, quella che si spartiscono loro, è che solo in Sicilia , regione in cui chiudono migliaia di partita iva al mese, si è proceduto ad aumentare del 37% i fondi dedicati al “ personale addetto alle segreterie particolari”, così come le spese per le consulenze della presidenza che sono passate da 288 a 340 mila euro. Al momento a questo drammatico quadro vanno esclusi i deputati del movimento 5 stelle che hanno fissato il proprio stipendio a 2.500 euro mensili. resta però da chiedersi se questa somma sarà sufficiente a fargli alzare la voce quando serve... come in questo caso in cui una finanziaria scandalosa sta per essere approvata nel silenzio generale.