Una trama sempre più fitta avvolge la storia della Banca del cordone ombelicale di Sciacca, un piccolo paese in provincia di Agrigento. Sperpero di denaro pubblico e strategie politiche sono le chiavi di volta, per capire quale ruolo giocano le sacche di cordone ombelicale, donate dalle madri di tutta Italia e studiate in Sicilia.
Anche se per conoscere tutta la vicenda, dobbiamo fare un passo temporale di ben 10 anni, oggi continua a far parlare di se la struttura del piccolo paese agrigentino.
Lo scandalo ebbe inizio nel lontano 2006 quando la banca venne chiusa per via di una inchiesta giudiziaria. Vennero accusati dal Tribunale, e giorni fa assolti "perché il fatto non sussiste", Lillo Ciaccio, medico e ricercatore di fama internazionale, ex direttore della Banca, e Michela Gesù, biologa, specialista in genetica. I due erano accusati di truffa aggravata, turbativa d'asta e di non aver effettuato le varie analisi di routine sui cordoni ombelicali e sulle donatrici.
Da quel giorno, il centro di ricerche – dal valore di 18 milioni di euro - non venne mai piu riaperto. Anzi, il governo Cuffaro, pensò di sostituirlo con una struttura ancora più grande, sempre a Sciacca, con un centro di stoccaggio in grado di contenere 70mila sacche di cordone ombelicale. Altri 12 milioni di euro è il prezzo ai danni dei contribuenti siciliani, per la nuova impresa faraonica.
Gli sperperi di questa vicenda, vengono riscontrati, dalla politica, per la prima volta, grazie a due ex deputati regionali del Pd - Giacomo Di Benedetto e Vincenzo Marinello – che nel 2010, attraverso una interrogazione parlamentare, sollevano il caso dai contorni poco chiari. "Il centro grava sui conti pubblici per 120 mila euro al mese per la costruzione e 30 mila euro al mese per la gestione" scrivono il due deputati. Gli onorevoli della vecchia legislatura, chiedono "di verificare l'iter amministrativo e le modalità di aggiudicazione della gara per la realizzazione della nuova area di stoccaggio" e "se corrisponde al vero, il fatto che il pagamento della struttura è iniziato prima che la stessa fosse realizzata".
E mentre gli interrogativi si moltiplicano, ecco che giorni fa, i giornali iniziano nuovamente a parlare della Banca del cordone ombelicale di Sciacca, attraverso delle accuse da parte di Pippo Digiacomo (Pd), presidente della commissione Sanità all'Ars ai danni proprio del centro ricerche. "Qualcuno dovrà chiedere scusa a tutte le siciliane ingannate da un drappello di impostori", dice Digiacomo.
Per il presidente della commissione alla Sanità all'Ars, dopo un controllo sanitario effettuato dagli ispettori nazionali alla Banca del cordone "Sarà necessaria la distruzione delle sacche".
Dichiarazioni al vetriolo quelle del presidente del Pd, che vengono tradotte in strategie politiche e accuse strumentali, da parte di numerosi ricercatori ma anche da alcuni politici. Come il deputato saccense Matteo Mangiacavallo del Movimento 5 stelle che da anni si occupa della vicenda.
"Se è vero – che le sacche conservate nella banca del sangue cordonale non sono idonee neanche all'uso di ricerca e che dunque devono essere eliminate, mi chiedo come mai, Attilio Mele, direttore generale del centro ed ex commissario ad acta, non abbia rilevato anni fa questo problema", afferma a PalermoReport.it il grillino Mangiacavallo.
Insomma, il probabile inutilizzo delle sacche di cordone ombelicale, pare che sia dovuto ad una circolare europea del 2010 che ha cambiato la regolamentazione per le Banche del cordone, immettendo nuovi standard sanitari, e non all'inefficienza del Primario Filippo Buscemi e del suo staff di lavoro che "dal 2011 sono impegnati all'adeguamento strutturale secondo i canoni internazionali".
"Le sacche con criticità, sotto valutazione, sono quelle raccolte nel periodo precedente al 2011" . Tiene a precisare il dottor Buscemi.
Ma a Sciacca già lo sanno. Si vocifera per le strade del piccolo centro agrigentino che questa polemica, in merito alla Banca del cordone ombelicale, è l'ennesima mossa politica per spostare il centro, per utilizzare altro denaro pubblico a beneficio di qualche colletto bianco. Anche il dottor Ciaccio, responsabile della vecchia Banca crede che "tutta questa storia dipende da grossi interessi finanziari". E che i suoi processi "sono serviti alla pianificazione strategia dell'apertura del nuovo centro con il conseguente sperpero di denaro".
Un altro colpo di scena potrebbe essere possibile per l'impianto sanitario di Sciacca. Forse le sacche del cordone ombelicale verranno trasferite a Palermo. Si pensa che la struttura sarà ospitata dal Rimed, un centro di ricerca di altissimo livello ancora non aperto, in provincia del capoluogo siciliano. L'inizio dei lavori per l'importante Fondazione sanitaria, era previsto per la fine del 2010. L'intero importo del progetto sarà di circa 265 milioni di euro, di cui 35, sono stati già erogati dal Governo nazionale.