Leggo sul giornale, (Articolo de La Repubblica Palermo - LEGGI QUI), strano modo di affrontare le questioni economiche nel Partito Democratico siciliano, che io risulterei "evasore" e "moroso" per non aver versato da novembre 2012, cioè da quando sono stato eletto deputato regionale all'Ars, la quota di 1.500 euro al mese al partito. In otto mesi, insomma, sarei in "torto" con il il Pd siciliano per una somma pari a 12.000 euro. Leggo pure che le casse democratiche sono in rosso e che, anche per colpa mia, i 10 dipendenti del Pd rischiano il posto di lavoro. Ma non solo: il tesoriere regionale e il segretario siciliano si appellano allo statuto e minacciano che se non si è in regola con i versamenti a rischio c'è la candidatura.
Tutto ciò, strano scherzo del destino, avviene nel bel mezzo di una stagione congressuale per il partito e all'indomani di alcune mie prese di posizione sulle difficoltà, ormai evidenti, del governo regionale. Insomma, la sensazione è che alle mie posizioni politiche di critica rispetto alla gestione del Pd e all'andamento lento dell'esperienza del governo Crocetta, si risponda con metodi che ricordano quelli dei regimi dell'Est dove all'avversario politico si rispondeva non con argomenti politici ma con la disinformazione e la denigrazione.
Sì perché, ci tengo a farvelo sapere, se c'è qualcuno che è moroso e che evade non sono io ma quel partito che oggi mi chiede i soldi e mette in pasto alla stampa il destino incerto dei dipendenti che da me – lo voglio dire ad alta voce – troveranno sempre un punto di riferimento e che difenderò sempre.
E' per questo motivo che voglio scrivere come stanno effettivamente le cose. Una sorta di Operazione Verità per smascherare un giochino politico che mortifica la mia storia e per evitare che qualcuno utilizzi strumentalmente il mio nome per mandare a casa i dipendenti.
Come sapete, avendo vinto le primarie, sono stato il candidato del Pd a sindaco di Palermo alle amministrative 2012. Ho partecipato al primo e al secondo turno, andando al ballottaggio con Leoluca Orlando, non a nome mio, ma a nome del Partito Democratico. E' stata una lunga campagna elettorale e, nonostante il carattere low cost che ci siamo imposti, ha comportato dei costi di gestione importanti: manifesti, materiale tipografico, pubblicità, bollette di luce e telefono etc.
Costi che, com'è evidente, non può affrontare il candidato a sindaco. Regola vuole che sono i partiti a sostenerlo politicamente ma anche economicamente.
Per farla breve, finita la campagna elettorale e nonostante i contributi del Pd e di quelli di tanti sostenitori, il giorno dopo la sconfitta, mi sono ritrovato con 54.526 euro di debiti non miei, il mio stipendio di impiegato di banca (perché non faccio il politico di professione), e i creditori che giustamente volevano i soldi.
Del Partito Democratico si sono perse le tracce. Spariti tutti quelli che avevano festeggiato con me la vittoria alle Primarie e la vittoria al primo turno.
Una boccata di ossigeno arriva quando vengo eletto alle elezioni regionali di ottobre 2012 nelle liste del Pd. Decido quindi, in assoluta solitudine, di far fronte io a quei debiti non miei.
Innanzitutto chiedo di rateizzare le somme alle società pubblicitarie e a gennaio 2013 mi danno l'ok. (guarda il pagamento mensile) A marzo 2013, vedendo che non ce la faccio, chiedo un finanziamento di 25.000 euro. (Guarda il mio mutuo). Comincio così a pagare le fatture delle elezioni mentre continuano ad arrivare solleciti di studi legali e ingiunzioni (Sollecito) (Decreto ingiuntivo)
In 3 mesi, grazie al finanziamento, ripiano debiti non miei per una cifra pari a 15.628 euro. (guarda la lista dei bonifici).
A questi si aggiungono i 25.000 euro di mutuo per cui pago una rata mensile cospicua. Morale della favola, mi sono oberato ad oggi a nome del Partito Democratico per una somma già pagata di 40.628 euro. Chiaramente mi aspettano altri anni per chiudere questa situazione debitoria. Vi chiedo, chi è il moroso?
Questa situazione avrei voluta esporla al Tesoriere, ma alla mia lettera dell'11 giugno non mai risposto.
Scrivevo: "
Gent.mo Tesoriere,
riscontro la tua missiva per rappresentarti che ho sostenuto e
continuo a sostenere la crescita del mio partito e, pertanto, sarei
ben lieto di poter contribuire al versamento della quota richiesta.
Ma, come a voi noto, il sottoscritto autonomamente ha già provveduto
al pagamento di notevoli somme per debiti contratti dal partito volti
al sostenimento della mia candidatura a Sindaco di Palermo e si
appresta a provvedere al pagamento di ulteriori debiti contratti dal
partito per la stessa causale.
I suddetti pagamenti saranno dettagliatamente specificati laddove lo
riterrete opportuno.
Alla luce di quanto precede o il partito provvederà al pagamento dei
restanti debiti o dovrà esonerarmi fino alla concorrenza delle somme
da me esborsate e da esborsare dal pagamento della quota contributiva
in argomento.
Nella certezza che sia chiaro che lo scrivente ha a cuore la crescita
del partito, sono certo che non darete seguito alle paventate sanzioni
di cui all'art. 27, comma 4 dello Statuto Regionale della Sicilia.
Confidando che la presente definisca ogni ipotesi di contrasto, porgo
cordiali saluti.On. Fabrizio Ferrandelli
Evidentemente l'obiettivo era quello di diffamarmi a mezzo stampa. Ma questo non lo consento. In nome della verità, in nome di un Partito Democratico che voglio cambiare.