Gli ispettori dell'Ue vogliono vederci chiaro su Sicilia e-Servizi, la società (al 51% di proprietà della Regione) che dal 2007 ha gestito diversi progetti di informatica e un generoso flusso di denaro.
Proprio il percorso delle risorse erogate è al centro delle indagini dell'Olaf, l'ufficio antifrode dell'Ue.
Sono stati chiesti, in particolare, ''chiarimenti in merito alla congruità degli importi e di eventuali contratti di subappalto stipulati dal 2005 in poi, oltre che a dettagliate informazioni circa il bando di gara pubblico e le convenzioni stipulate con il socio privato''.
Immediata la reazione di Palazzo d'Orleans, che assicura collaborazione e 'rilancia', annunciando di volere chiudere Sicilia e-Servizi e rivedere "il sistema di gestione dell'informatica della Regione siciliana''. ''Rivedremo il settore informatico – dice l'assessore all'Economia Luca Bianchi, - chiudendo e-Servizi e dando garanzie occupazionali ai 15 dipendenti nell'ambito del riordino delle partecipate: ma sempre nel rispetto dei reali fabbisogni, senza assunzioni in bianco. Creeremo un ufficio speciale che gestirà tutti gli appalti informatici e sarà alla dipendenze del dipartimento Funzione pubblica''.