Diversi è difficili da definire sono gli scenari politici che si stanno determinando o che in parte già si sono determinati in Sicilia. La Sicilia resta da sempre un banco di prova per scenari che poi inesorabilmente si "spalmano" sull'intero quadro nazionale.
Il vero dato, da molti politici e analisti troppo spesso snobbato, è quello dell'astensionismo. L'attenzione è il vero primo campanello d'allarme per la politica. Anche se su questo dato è opportuno fare una precisazione. Se l'astensionismo, come capitato nelle ultime elezioni, supera abbondantemente il 42% va considerato che in questa percentuale c'è comunque un 15% di astensione dal voto che nulla ha a che vedere con gli umori politici o le tendenze di genere. Quelli che comunque per svariati motivi, fisici, ideologici, culturali, ecc. non andrebbero mai alle urne. Ma la percentuale rimanente resta sempre molto alta e sintomatica, soprattutto crescente.
La politica nel nostro paese è cambiata e di questo qualcuno è bene che inizi a farsene una ragione. È cambiato il linguaggio. Dal pragmatismo tipico di Berlusconi ma non solo: " in 100 giorni farò questo e quello" usato anche da Renzi, si è passati a quello di Grillo che azzera tutto dicendo: "o Noi o Loro" definendo una scelta di campo e senza nessun crono programma. Da un lato c'è chi insiste con una propaganda di promessa, fisiologica nella politica: farò e stiamo facendo. Contro chi, cogliendo una depressione sociale ed economica legata ad una concreta esasperazione del singolo, punta sull'azzeramento di tutta una vecchia o riciclata nomenclatura politica. Le parole in competizione sono diventate: Farò, contro Cambiare tutto. Dove il tutto è diventato paradossalmente da generico indefinito a concreto e diretto.
Riguardo a cosa ci sia dietro il Movimento 5 Stelle troppe sono le discussioni sul fronte della dietrologia più classica: nazional-socialismo, pericolo sociale, violenza. Troppo poche sono state quelle legate alla fenomenologia in sè: com' è nato, perchè è diventato così forte, quali le cause e gli strumenti usati per catalizzare tanto consenso in così breve tempo? E viene da sè che, senza l'analisi precisa delle cause, nessuna "contromisura" può essere efficace, in assenza di realtà e verità.
Il fenomeno 5 Stelle, e qualcuno deve dimostrare il contrario, è dal dopoguerra ad oggi un caso esclusivo, di mobilitazione democratica e libera partecipazione alla vita politica, cioè di Democrazia. Poi nessuno esclude che la democrazia porti con se pericoli e controindicazioni di vario genere.
E così, oggi, il sistema politico Italiano è in difficoltà, se per difficoltà si intende che ogni tanto i cambiamenti radicali e dirompenti non sono da considerare fisiologici in un sistema che già da sè si era reso artefice della propria deflagrazione.
Il personalismo politico, senza numeri due e come unico scopo la guerra al "nemico", è finito.
Tolta a Forza Italia la figura di Berlusconi e la lotta al comunismo, crolla Forza Italia.
Tolta al PD la contro-guerra contro il Berlusconismo, cadono le nomenclature e viene fuori la necessità di un "contro leader" alternativo ma in definitiva sempre di stampo populista berlusconiano della prima ora.
Esempio minore, tolto a IDV e a Di Pietro Berlusconi e tangentopoli, sparisce IDV, e così di seguito...
I vecchi partiti hanno cambiato facce e persone, anche troppo spesso, ma non hanno avuto la capacità di cambiare schema. Accorgendosi troppo tardi che lo schema è già cambiato comunque.