Dopo il risultato elettorale del Partito Democratico, non il complessivo, ma quello riferito ai singoli candidati, inizia "la pesa del potere" tutta interna al partito siciliano. Il primo a "provare" ad essere molto chiaro è Davide Faraone, componente della segreteria nazionale, forte del risultato di Renato Soru che sfiora i 200 mila voti. Chiaro e diretto verso il Presidente della Regione Rosario Crocetta: "Al Presidente Crocetta diamo 10 giorni di tempo per dare segni concreti di un cambio di marcia e di riforme per la Sicilia; altrimenti meglio tornare a votare" ed aggiunge "Adesso il presidente la smetta con gli slogan e fissi scadenze certe. Perché se dobbiamo andare avanti così, preferisco persino un governo di centrodestra".
Faraone continua le sue bordate, mandando un messaggio ulteriore a Crocetta, rivolto a rassicurare. C'è la massima attenzione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi verso la Sicilia, cosa, come dice lo stesso Faraone, confermata dalla costante presenza di molti collaboratori renziani e dello stesso premier nell'isola durante tutta la campagna elettorale.
Faraone parla in maniera diretta e riguardo la giunta regionale dice: " in questi due anni si è perso troppo tempo, troppi proclami poca concretezza e troppi litigi interni, è ora di cambiare marcia"
Un ultimato perentorio, dieci giorni, che non lascia spazio ad alternative, o un nuovo programma di governo regionale o al voto. Ma come si sa gli ultimatum in politica tendono sempre a dilatarsi a tempo indeterminato.