La commissione sanità dell'Assemblea regionale siciliana ha approvato una risoluzione con la quale si chiede di autorizzare due ospedali siciliani, uno a Palermo e uno a Catania, a procedere con il trattamento sperimentale che prevede l'utilizzo di cellule staminali mesenchimali del 'metodo Vannoni'.
"Sappiano bene che ci sono opinioni contrastanti sull'applicazione di questa terapia, - dice Pippo Digiacomo, presidente della commissione Sanità all'Ars - ma la Sicilia ha il dovere di dare speranza a decine di famiglie di pazienti. Ci aspettiamo adesso dall'assessorato regionale e dal ministero della Salute che si dia presto seguito alla risoluzione approvata in commissione".
In Sicilia sono circa 250 i soggetti affetti da patologie rare che potrebbero essere trattati con questo tipo di terapia.
Gli ospedali che dovrebbero essere autorizzati ad applicare il metodo 'Stamina' sono il "Vittorio Emanuele - Ferrarotto – S. Bambino" di Catania ed il "Villa Sofia – Cervello" di Palermo.
Entrambe le strutture dispongono di personale, mezzi e know-how sulla terapia sperimentale in base ad accordi e convenzioni avviate con la "Stamina Foundation Onlus" e gli Ospedali Riuniti di Bresci a.
''La risoluzione – precisa però l'assessore alla Salute della Regione, Lucia Borsellino - richiede una puntuale e responsabile verifica della sussistenza dei presupposti per la sua eventuale applicazione". ''La Sicilia, come ogni altra regione, - aggiunge - ha certamente il dovere di garantire le migliori cure possibili ai propri cittadini ma ciò non può che avvenire nel rispetto del quadro normativo che ne disciplina i criteri autorizzativi a garanzia dell'efficacia, della qualità e della sicurezza dei trattamenti''. ''Anche nel delicato ambito dei trattamenti sperimentali e delle cure compassionevoli, - prosegue - la sensibilità delle istituzioni deve esprimersi non soltanto attraverso la ricerca di tutte le possibilità per la cura e il sollievo di chi è affetto da patologie che non hanno alternative terapeutiche, ma anche accrescendo la consapevolezza sulle reali evidenze di efficacia o sulla carenza di queste". ''L'assessorato alla Salute, - conclude Borsellino- dovendo attenersi ai percorsi autorizzativi previsti dalla normativa nazionale, valuterà anche attraverso il Comitato di Bioetica le reali possibilità di attuazione delle indicazioni contenute nella risoluzione della VI Commissione, che sono appunto ancora da verificare sul piano etico, scientifico ed economico".