Dopo gli scontri pre europee e degli ultimi due anni "riparte" il confronto tra il PD siciliano e il Governatore Rosario Crocetta. È quanto emerge dalle risultanze di un vertice romano tenutosi proprio con il Governatore e il segretario regionale Raciti e Davide Faraone. Proprio quest'ultimo aveva dato un ultimatum perentorio a Crocetta qualche giorno fa: in 10 giorni o si cambia marcia o si va a votare". Il cambio di marcia di fatto preannuncia ultimatum meno perentori. I 10 giorni sono diventati 60, in cui bisognerà mettere mano: al tetto massimo degli stipendi dell'Ars, portandoli a 160 mila euro di massimali, contro i 240 mila previsti dal Presidente dell'Assemblea Regionale Ardizzone; alla legge sull'acqua pubblica, alla manovra finanziaria, alla formazione professionale e per finire al testo unico sulle attività produttive. Sarebbe un record storico fare tutto ciò in 60 giorni, ma sopratutto bisognerebbe chiedersi cosa si è fatto in questi ultimi due anni e mezzo. Ma non finisce qui. Bisognerà rivedere anche parte della giunta, con una presenza più consistente dell'area Cuperliana. Cioè nuovi assessori, nuovi uffici di gabinetto, nuove segreterie tecniche, nuovi segretari particolari, ecc. ecc. Cose che di fatto, la storia ci insegna, non accelerano ma rallentano l'attività amministrativa della regione. Potrebbe essere la terza giunta Crocetta. Loro litigano, poi fanno pace, poi rilitigano per rifare pace, un tira e molla che di fatto ha e continuerà a paralizzare la Sicilia.