Una gigantesca serie di "accaparramenti di terreni della Riforma agraria" da parte della mafia, che si sarebbe protratta per molto tempo e "che potrebbe far rileggere la storia della riforma agraria in Sicilia".
E' il contenuto di un esposto presentato dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocett,a alla procura di Messina.
Ieri si è presentato davanti al procuratore Guido Lo Forte per fornire i suoi elementi circa questa storia che racconta di beni della Regione finiti da tempo nelle mani di Cosa nostra.
"Non è un caso isolato - spiega Crocetta - ma seguiranno altre denunce alla procure di Palermo e di Caltanissetta. Saranno investire tutte le procure antimafia della Regione siciliana".
La vicenda denunciata da Crocetta riguarderebbe una vendita di terreni di proprietà dell'Esa, e quindi della Regione, che risalirebbe ad alcuni anni fa. Uno delle tante che il governatore annuncia di volere denunciare. Questo caso emerge, spiega, quando Francesco Calanna, commissario dell'Esa, chiede un parere all'avvocatura dello Stato di Catania, seguita, da alcune verifiche catastali, sulla vendita effettuata il 24 maggio 2011 di un fondo rustico di Carlentini di 129 ettari, ceduto per 350 mila euro: "L'avvocato Carmelo Bontempo Scavo, di Tortorici, effettuò un atto di vendita cedendo una proprietà stimabile per 13 milioni di euro per un cifra di molto inferiore alla suo valore reale".
Ma per Crocetta questi terreni erano di proprietà dell'Esa e non potevano essere ceduti a privati. "Questi terreni erano stati assegnati a una serie di concessionari grazie alla legge di riforma agraria - ha aggiunto- ma gli assegnatari non li potevano vendere. Bontempo afferma dal notaio di averli acquisiti per usucapione, anche se i terreni demaniali non si possono usucapire". Per Crocetta ci sono "molti punti oscuri in questa vicenda, dal notaio che non legge le carte al fatto che nessuno denunci. Come si può vendere un terreno così grande per un valore così basso? Non c'è congruità".