Bocciatura senza appello, da parte di Confindustria Sicilia, della legge finanziaria regionale approvata dall'Ars.
Gli industriali siciliani, al termine del consiglio direttivo presieduto da Antonello Montante, si dicono consapevoli "che la legge finanziaria certamente non è lo strumento adeguato per contenere interventi di ampio respiro per lo sviluppo del settore produttivo, ma non è nemmeno l'occasione per spremere un limone che non ha più succo".
"Le imprese di questa regione – secondo Confindustria - stanno sparendo, se si continua a spremere il limone, con l'Irap ai massimi livelli e le addizionali Irpef regionale e comunale, e infine adesso con l'introduzione di canoni, si finirà per fare perdere entrate sul bilancio della regione, piuttosto che aumentarle, oltre alla perdita di migliaia di posti di lavoro".
Secondo gli industriali servivano "interventi rigorosi e calibrati nello stesso tempo per evitare tagli orizzontali e non compromettere la funzionalità di presidi fondamentali al sostegno ed allo sviluppo delle attività produttive". Ci si attendeva, insomma, "un cambiamento di rotta, segnali concreti alla comunità siciliana che il nuovo governo regionale e la nuova Assemblea regionale, volevano voltare pagina".
Segnali che – dicono - non sono arrivati.
Montante punta in particolare il dito contro quella serie di "emendamenti notturni che hanno portato all'introduzione di una serie di interventi mirati a colpire alcuni comparti produttivi con l'introduzione di balzelli, francamente inopportuni e spropositati nella misura, instaurando un clima di avversione verso il sistema delle imprese che preoccupa anche in prospettiva". L'impegno principale dell'Aula, invece, "è stato l'ascolto degli umori e delle questue della piazza assistita, acquietata e soddisfatta e che ha ringraziato con manifestazioni di giubilo".
Non si può fare, chiarisce Montante, macelleria sociale, "ma i precari devono essere valorizzati e non utilizzati per mantenere il consenso nella perenne campagna elettorale. Ma è evidente che ciò non può essere fatto a discapito del sistema produttivo".
Confindustria si dice pronta a collaborare alla definizione di una legge per lo sviluppo della Sicilia "che costituisca lo strumento per dotarsi di un Piano Industriale, con una road map che ci consenta da qui ai prossimi 5 anni di uscire dal tunnel e di dare una prospettiva futura a quei settori considerati potenzialmente trainanti: dal turismo e beni culturali, dall'agroalimentare, come insegna il case history del vino, alle infrastrutture di mobilità, dall'energia allo sviluppo delle fonti rinnovabili".
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