Secondo la legge regionale 7/2013, le province dovranno essere sostituite da città metropolitane e liberi consorzi di comuni entro il 31 dicembre 2013 e fino ad allora sono state commissariate. Proprio questo è stato il tema centrale del convegno annuale dell'associazione ex Parlamentari dell'Ars svolto all'Hotel Villa Romana di Piazza Armerina (EN), cui hanno partecipato tra gli altri ex deputati, ex dipendenti ARS, ex consiglieri di Puglia e Campania.
Ad aprire i lavori è stato il presidente dell'associazione Rino La Placa che ha sottolineato le intenzioni degli ex deputati e degli incontri annuali, sollecitando un confronto aperto per la realizzazione di un documento che potesse essere uno spunto di riflessione per il governo attuale.
E' stato presentato al pubblico lo studio effettuato dal professore Andrea Piraino, ordinario di Diritto Costituzionale dell'Università degli Studi di Palermo, che ha sottolineato come la riforma delle province non possa essere "minimizzata a una banale revisione delle spese, considerando che togliendo le indennità dei rappresentanti politici si risparmia solo alcune centinaia di migliaia di euro, mentre serve una riorganizzazione del sistema in modo efficace ed efficiente che sia in linea con l'Europa, di cui siamo parte", ha detto.
"La riforma del governo locale non può essere affrontata senza pensare a una riforma della Regione – ha spiegato il professore Piraino – ed è necessario pensare all'autonomia non come sistema di separazione e autoreferenzialità, ma di apertura e di assunzione di responsabilità" e ha aggiunto che, se la frammentazione è stata causa della deflagrazione dell'economia, "oggi serve un sistema di istituzioni cooperative, collaborative e integrate, in cui la Regione abbia potere di indirizzo, programmazione e controllo e sia capace di decentrare l'operatività ad organi inferiori".
Sulla questione della riforma delle province e della istituzione di liberi consorzi e città metropolitane, poi, il professore Piraino ha aggiunto che non bisogna tornare ai vecchi comprensori anni '70, quali organi di coordinamento senza una reale funzione, ma "serve un sistema di istituzioni federali in cui i liberi consorzi e le città metropolitane esercitino efficacemente funzioni di governo di area vasta".
Sull'eleggibilità dell'organo di governo, poi, ha aggiunto che "sarebbe incostituzionale e contrario alla carta europea dei diritti dell'autonomia una elezione indiretta, perché un organo che esercita funzioni di governo, secondo Costituzione, deve rapportarsi direttamente ai cittadini".
Non è mancato lo spazio per la storia delle Province dalle tre Valli (Val di Mazzara,Val Demone e Val di Noto) a oggi, affidato all'intervento dello storico Pasquale Hamel che ha ricordato alla come il 1812 fosse stato l'anno di svolta per la Sicilia con la prima Costituzione.
Hanno concluso i lavori i Consiglieri parlamentari dell'Assemblea Regionale Siciliana Fabrizio Scimé che ha presentato lo stato di fatto della legge regionale sulle province sulla base dei disegni di legge depositati fino a oggi, e Daniele Marino che ha sottolineato la differenza tra il disegno regionale e quello nazionale dove sembra che si voglia agire in modo più radicale eliminando del tutto la provincia come ente intermedio attraverso un intervento sulla Costituzione.
Gli atti del convegno e un breve documento spunto di riflessioni ulteriori saranno diffusi nei prossimi giorni.
Presente anche il vice presidente vicario del Parlamento siciliano Antonio Venturino, che si è mostrato disponibile ad ascoltare i suggerimenti degli ex parlamentari e se in linea con il suo pensiero a farsi ambasciatore del messaggio, nella speranza che non sia necessaria una proroga del commissariamento delle attuali province nell'eventuale impossibilità di promulgare una legge organica e razionale entro la fine dell'anno.