Dimissioni in massa dalla prima commissione dell'Ars. Nove dei suoi componenti da non ne fanno più parte: Francesco Cappello, Salvatore Siragusa e Sergio Tancredi del Movimento Cinque Stelle, Nino D'Asero e Giuseppe Milazzo del Pdl, Alice Anselmo e Gianluca Micciché dell'Udc, Santi Formica della Lista Musumeci, Vincenzo Figuccia del Pds-Mpa.
La scelta è tutta legata allo scontro con il presidente Marco Forzese.
"E' solo una questione meramente politica – afferma Salvatore Siragusa – dietro il gesto non c'è nulla di personale. Stimo Forzese come uomo, ma come politico ha dimostrato di essere in perfetta antitesi con la stragrande maggioranza della commissione, non riuscendo a rappresentare quella sintesi politica che si richiede ad un presidente di commissione".
I deputati del Movimento replicano pure alla accuse di Forzese che aveva ipotizzato una "tattica messa in atto da Cancelleri e soci che risponde ad esigenze occulte della provincia di Caltanissetta".
"Nessun interesse occulto – afferma il capogruppo Giancerlo Cancelleri - solo la volontà di dare alla prima commissione una guida politica affidabile".
Una situazione che sta compromettendo i lavori d'aula creando indignazione
"Il governo, pur in un periodo di grandi emergenze, quando la Sicilia ha bisogno di leggi d'opera a cominiare dagli enti locali che rasentano l'agonia - dice il capogruppo Ars – Pdl Nino D'Asero - tuona con la sua assordante assenza e blocca una seduta d'Aula che si imperniava, fra l'altro, su punti di grande civiltà politica, non escluso quello costituito dalla (fallita) discussione sul ddl di modifica della legge regionale sull'Irsap".
"Gravissima defaillance, specialmente per quanto riguarda il primo punto all'ordine del giorno, cioè quello che riguarda le modifiche allo Statuto in materia di ripudio alla mafia. Non che gli altri punti fossero di seconda categoria – sottolinea il deputato del Pdl Vincenzo Vinciullo – ma questo primo argomento, che grazie all'assenza del governo non si è potuto trattare, sarebbe una pietra miliare della politica e dell'etica politica siciliana, nonché un segnale forte nei confronti di tutti, non soltanto dei siciliani: un segnale di buona volontà! Invece - conclude Vinciullo - era presente in Aula il realatore, Giuseppe Milazzo, contrariamente a quanto in un primo momento aveva creduto il presidente di turno. Tant'è che il mio collega ha pure preso parola!".
Vinciullo, per questo, ha preso più volte la parola nella seduta fallita di oggi, esprimendo tutta la propria indignazione per "la sciatteria del governo".