Si è dimesso Antonello Cracolici. Il deputato del Pd lascia la presidenza della commissione speciale per l'applicazione in Sicilia del decreto Monti e dei suoi paramentri in materia di "revisione della spesa".
Punto su cui la commissione ha lavorato fin dall'inizio è il recepimento all'Ars del decreto Monti (che doveva avvenire entro la sessione estiva) che deve entrare in vigore dal 1 gennaio 2014. Un provvedimento che serve a rivedere tutti gli aspetti relativi ai costi della politica e al loro contenimento.
Pare che le motivazioni delle dimissioni, a soli tre mesi dalla nomina, siano legate alle difficoltà riscontrate proprio su questo e dunque alle resistenze di alcuni componenti della Commissione di cui fanno parte i parlamentari Vincenzo Fontana del Pdl, che è il segretario, Anthony Barbagallo (Pd), Giancarlo Cancelleri (M5S), Giovanni Di Giacinto (Megafono), Giovanni Di Mauro (Mpa-Pds), Alice Anselmo (Udc), Santi Formica (lista Musumeci), Baldo Gucciardi (Pd), Riccardo Savona (Drs), Carmela Sudano (Art. 4) e i vice Francesco Cappello del M5s o Mimmo Turano dell'Udc.
LE REAZIONI
"Non c'è nulla da fare, se ci sono di mezzo i loro stipendi i deputati di Sala d'Ercole non vogliono sentire ragioni". Il gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle a palazzo dei Normanni è molto critico nei confronti dei deputati degli altri partiti, dopo le dimissioni di Cracolici dalla presidenza della commissione per l'applicazione del decreto Monti.
"Oggi – afferma Francesco Cappello - abbiamo assistito all'ennesima dimostrazione di come il parlamento siciliano, debitamente rappresentato da tutte le forze politiche nella commissione speciale istituita ad hoc per l'applicazione del decreto Monti, in tema di riduzione degli emolumenti sia completamente sordo. E La dimostrazione sta nel fatto che la commissione perde il vertice, dopo che non era riuscita a portare a termine il suo incarico entro il 14 agosto, cosa che ha costretto a prorogarne i lavori".
Per il Movimento 5 Stelle si è persa un'occasione per riabilitarsi davanti alla gente, andando anche oltre al decreto Monti facendo leva sulle prerogative messe a disposizione dallo Statuto.
"Avremmo potuto proporci – afferma Cappello - come la Regione più virtuosa d'Italia. E invece qui si continua a fare melina e a perdere tempo, nascondendosi dietro alla foglia di fico della salvaguardia dello Statuto per non rinunciare a privilegi consolidati. A mascherare la volontà di non adempiere a quanto prescritto dalla norma nazionale vi è infatti la continua invocazione della specialità del nostro Statuto da salvaguardare e l'impossibilità, da parte dei deputati, di trovare un momento di sintesi tra le disposizioni del decreto Monti e la legge che dal '65 regola l'ammontare degli emolumenti dei deputati siciliani".
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