Sembra la reazione di una lucertola, infastidita per l'invasione del suo "territorio". I riflettori nazionali si sono accessi sull'istituto comprensivo Giovanni Falcone allo Zen grazie alla visita a sorpresa del ministro dell'istruzione Profumo.Una visita dall'alto significato simbolico, in una zona d'Italia in cui lo Stato, semplicemente, è il nemico da combattere a tutti i costi. Gestito come una cittadella fortificata, lo Zen ha delle regole ferree da rispettare, regole imposte da chi comanda sul serio nella zona. L'arrivo in pompa magna del ministro Profumo con il suo strascico di giornalisti e telecamere al seguito ha disturbato molto chi gestisce la zona.
Non potendo agire direttamente, la malavita locale agisce come sa fare meglio, di nascosto, quando l'attenzione è bassa, in una parola da vigliacchi. Se il ministro e la Repubblica Italiana tengono tanto a quella scuola, una bella incursione vandalica è proprio quello che ci vuole.
Rispetto a prima segnaliamo una differenza importante. Il commissario straordinario Luisa Latella, esperta di sequestri di beni mafiosi, ha deciso di usare il pugno duro. Pare infatti che si stia per affidare il controllo della scuola alle guardie giurate del Coime che presidiano ville e giardini. Il problema sarà capire se le guardie giurate del Coime accetteranno l'incarico e come saranno "salutate" dal quartiere.
Lo Zen, purtroppo, rimane una terra di frontiera, con i suoi saloon e nella perenne attesa di uno sceriffo nuovo, magari da impallinare se inizia a occuparsi di affari non suoi.