Palermo. A poco più di un anno dall'apertura, è polemica intorno al centro commerciale Conca d'Oro, del patron del Palermo Calcio Maurizio Zamparini.
I 'fronti aperti' sono due e camminano di pari passo. Da un lato, c'è una guerra interna con alcuni commercianti che hanno preso in affitto alcuni spazi espositivi. Dall'altro, le questioni irrisolte con l'amministrazione comunale e le anomalie emerse nel corso di una riunione della commissione Urbanistica.
Ma andiamo con ordine.
Sul fronte 'interno' l'oggetto del contendere è l'affitto che gli esercenti pagano alla società proprietaria del Centro e riconducibile alla famiglia Zamparini.
I commercianti che richiedono i locali all'interno dei grandi centri commerciali dovrebbero pagare solo il loro costo di affitto (80 euro per metro quadrato) e una percentuale sulle vendite intorno al 7%. Ma così non è... le cifre pagate sembrano essere ben più elevate e alcuni commercianti si sono rivolti a uno studio legale.
Per quanto riguarda la polemica con il Comune la situazione è più articolata.
Il centro commerciale è nato in un'area destinata a verde storico grazie a una variante urbanistica. Secondo la convenzione che Zamparini ha firmato con il Comune, in cambio della variante la società doveva realizzare due palazzine e cederle all'amministrazione municipale. Le palazzine adesso ci sono, ma il passaggio all'amministrazione non è avvenuto.
Il presidente della commissione consiliare Urbanistica Alberto Mangano (Mov139) parla di "inadempienze riscontrate nell'iter approvativo per la realizzazione del centro commerciale".
Secondo Mangano "la mancata attuazione dei punti principali della convenzione, costituiscono la misura di un rapporto tra politica e imprenditoria troppo sbilanciato a favore di quest'ultimo non tenendo nel debito conto l'interesse generale rappresentato dal ruolo dell'amministrazione comunale. Come consiglieri - aggiunge - stiamo esercitando la nostra funzione di controllo sull'attività svolta che permetterà all'Amministrazione di compiere i dovuti passi perché vengano rispettati i contenuti della convenzione approvata allora dal Consiglio comunale".