12.500 euro. A tanto ammonta la somma destinata dalla Regione per l'inserimento lavorativo delle donne che subiscono violenza.
Partiamo dal presupposto drammaticamente consolidato che uno dei motivi principali per cui le donne che subiscono violenze, non denunciano, è la paura di perdere tutto, quella sicurezza economica per i figli nella maggior parte dei casi, la paura di non sapere come potersi mantenere.
Quella somma "esigua" a voler usare un eufemismo, rientra nel progetto finanziato dall'amministrazione attraverso la leggere gionale n. 3 del 3 gennaio 2012 che individua le norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere.
A cosa possano servire poche migliaia di euro a fronte di un problema di tale portata è quello che ci si chiede ed è quello che denuncia il **Gruppo Piano distretto 42, che è lo strumento fondamentale per definire e costruire il sistema integrato di interventi e servizi socio-sanitari. "Nella riunione del 2 Dicembre 2013 abbiamo
approvato con sofferenza il progetto finanziato – dicono i rappresentanti dei 10 comuni del Distretto–. Siamo fortemente contrarie alle specifiche dotazioni finanziarie dedicate alle diverse linee di intervento. Riteniamo che stanziare 12.500 euro per l'inserimento lavorativo delle donne che subiscono violenza, significhi non volere affrontare realmente il problema. Sappiamo infatti, che se necessari ed utili sono i centri antiviolenza e le case di accoglienza come primo intervento è imprescindibile nel momento che chiediamo a queste donne, il coraggio di denunciare e
uscire dalla spirale di violenza che subiscono in famiglia, accompagnare e sostenere un processo di autonomia finanziaria.
Pertanto se si vuole tentare di rimuovere le cause che non spingono le donne alla denuncia, dobbiamo assicurare serie politiche di genere non discontinue e frammentarie, che assicurino l'inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza.e non stanziare somme tanto esigue che
servono solo a pulirsi la coscienza."
I rappresentanti del Gruppo hanno quindi chiesto un incontro urgente all'Assessore regionale alla famiglia e alle politiche sociali Ester Bonafede.
** I Piani Sociali di Zona(PdZ) sono lo strumento fondamentale per definire e costruire il sistema integrato di interventi e servizi socio-sanitari, ovvero di un sistema che mette in relazione i vari soggetti operanti sul territorio, istituzionali e non, con l´obiettivo di sviluppare e qualificare i servizi socio-sanitari per renderli flessibili e adeguati ai bisogni della popolazione . Il Disterro 42, nel caso specifico comprende i comuni di Palermo (Comune capofila), Altofonte, Belmonte Mezzagno, Lampedusa e Linosa, Monreale, Piana degli Albanesi, Santa Cristina Gela, Ustica, Villabate.
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