Se è vero che nel cosmo tutti i fenomeni obbediscono alle medesime leggi, quindi reagiscono in maniera analoga, possiamo considerare il cosmo come un prodotto ordinato in cui ogni fenomeno ha una funzione precisa. Leggi matematiche regolano i fenomeni della realtà secondo modalità di causa-effetto.
Già Ermete Trismegisto affermava: "come in alto così in basso", ossia sosteneva l'esistenza di leggi universali che regolano tutti i fenomeni, a tutti i livelli.
Se si parte dal concetto che l'intero universo obbedisce agli stessi principi, deve essere possibile considerare la realtà come un sistema organico, in sé concluso e ordinato.
Infatti, per quanto tempo il cosmo rimarrebbe tale se ci fosse spazio per il caso?
La possibilità della presenza del caso trasformerebbe il cosmo in caos, ledendo il principio secondo il quale leggi universali regolano tutti i fenomeni della realtà.
Una delle leggi più importanti che regolano gli eventi è la legge del contenuto e della forma; secondo questa legge ogni forma deve avere un contenuto, ossia: alla base di ogni forma deve esserci un contenuto. Conoscendo questa legge possiamo dedurre che soltanto l'uomo è responsabile del proprio destino, soltanto lui, infatti, può forgiare la propria sorte fornendo contenuti di cui è disposto a raccogliere la forma. Dunque il destino che viviamo non è frutto del caso ma il risultato delle nostre azioni. Il problema di oggi sembra essere questo: siamo soliti attribuire all'esterno il nostro destino, trasferiamo le nostre responsabilità e le nostre colpe all'esterno perché non viviamo più in sintonia con i nostri contenuti. Non siamo consapevoli dei nostri contenuti e agiamo ignari delle leggi che regolano la realtà in cui viviamo.
Ma gli antichi sapevano bene che il cosmo è un prodotto ordinato ed erano consapevoli che tutti i fenomeni obbediscono alle medesime leggi.
Perché l'uomo dovrebbe esserne esente? Se l'uomo riuscisse a ritrovare il rapporto che lo lega al proprio destino reagirebbe in maniera totalmente diversa agli eventi negativi, riuscirebbe a interpretarli in maniera più giusta e li riconoscerebbe come il frutto della propria condotta.
“l'immagine fisica del mondo è falsa non a causa di ciò che afferma ma a causa di ciò che tace”.