Rapinavano i tir e smerciavano il bottino (alimentari, detersivi e qualsiasi prodotto facilmente piazzabile). Bottini da centinaia di migliaia di euro se pensiamo che un solo camion di pneumatici ad esempio (uno di quelli derubati), vale circa 200 mila euro ed un solo carico di prosciutti si aggira attorno ai 115 mila euro.
La Polizia Stradale di Palermo ha eseguito 7 ordinanze di custodia cautelare, l'ultima questa mattina, nei confronti di altrettanti soggetti tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine a mano armata, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco e ricettazione. Si tratta di Antonio Lo Coco, Fabio Prestigiovanni, Antonino Carra, Ludovico Blandino, Antonio D'Alessandro Alessandro Noto, Filippo Abbate. I primi tre erano già richiusi in carcere, Blandino è statao portato all'ucciardone questa mattina e gli altri tre sono stati posti agli arresti domiciliari. Secondo gli investigatori, le rapine nell'arco di sei mesi sarebbero state 22, più altre che sono al vaglio degli inquirenti, trattandosi per lo più di rapine effettuati fuori dal territorio palermitano. Altre undici persone sono state denunciate per ricettazione e favoreggiamento, tutte della zona di Falsomiele e della Zisa.
I provvedimenti restrittivi sono stati disposti dal Gip di Palermo Angela Gerardi e sono frutto di una indagine coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e diretta dal pm Maurizio Bonaccorso.
Quattro componenti della banda erano già stati arrestati nel marzo 2009 (VEDI IL VIDEO) Il modus operandi era sempre lo stesso, due della banda armati (un revolver e una semiautomatica) e a viso scoperto, bloccavano il tir e portavano via l'autista. Il camion veniva portato da altri due componenti della banda nel deposito di Ludovico Blandino a Carini e lì veniva scaricata la merce. Il mezzo poi veniva abbandonato sul ciglio della strada. Al contempo l'autista veniva rilasciato in un luogo isolato, non prima di avergli tolto il cellulare e i documenti di riconoscimento. Veniva inoltre minacciato, si è scoperto in seguito, di ritorsione verso di lui e la sua famiglia, nel caso avesse raccontato qualcosa alla polizia. Questo portava gli autotrasportatori a non raccontare agli inquirenti tutto quello che sapevano, comprese le descrizioni dei banditi o dell'auto utilizzata. Per molto tempo, hanno spiegato gli inquirenti, la descrizione del mezzo fornita dagli autisti, indicava un Suv nero. Solo in un secondo momento si è scoperto che era la versione "imposta" dai rapinatori. Questo ha quindi reso più difficili le indagini, portate avanti grazie a pedinamenti, appostamenti intercettazione, anche queste rese difficili dall'utilizzo di sim telefoniche diverse. L'attività di Polizia ha consentito di recuperare refurtiva e di restituirla ai legittimi proprietari.
VIDEO RAPINA DEL 2009 E ARRESTO: