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Via D’Amelio. Indagarono sulla strage, adesso si avvalgono della facoltà di non rispondere

 

altProcesso Borsellino/quater. Doveva essere il giorno delle dichiarazioni dei due funzionari della Polizia di Stato Mario Bò e Vincenzo Ricciardi. Doveva, perché hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Salvatore La Barbera, poliziotto anche lui,  invece non si è presentato all'udienza; la difesa ha presentato il certificato medico.

Bò, Ricciardi e La Barbera facevano parte del pool che coordinò l'inchiesta sulla strage, guidato dall'allora questore Arnaldo La Barbera.

Tutti e tre  infatti oggi avrebbero dovuto rispondere sulle attività di indagine condotte in relazione alla strage di via D'amelio e sulle dichiarazioni rese il 28 giugno 2010, sulla genesi delle collaborazioni dei falsi pentiti Andriotta, Scarantino e Candura e su quanto pm e avvocati di parte civile, avessero ritenuto rilevante.

Il colossale depistaggio. Così lo chiamò il procuratore Sergio Lari ed è per quel depistaggio, che portò all'arresto e alla condanna all'ergastolo di 7 prsone innocenti, che la Procura nissena  ha avviato le indagini per calunnia aggravata sui tre funzionari di Polizia che oggi dovevano essere ascoltati nell'ambito del Borsellino quater. Secondo l'accusa avrebbero fatto pressione sugli ex pentiti, che hanno dichiarato di essere stati indotti a mentire sulla strage del '92, a rendere false dichiarazioni sugli organizzatori e sugli esecutori dell'attentato.

Al momento, su questo fronte (indagine depistaggio),  sembra tutto fermo. Ma nessuna notifica di archiviazione è arrivata agli avvocati degli indagati.
Qualcosa adesso però potrebbe muoversi. Dalle ultime udienze del Borsellino/quater infatti sono emersi elementi che potrebbero essere ritenuti rilevanti.

Si attende dunque qualche novità in merito dunque, posto che a marzo si è aperta una nuova pagina sulla strage di via d'Amelio, ovvero il processo che si sta celebrando adesso, il Borsellino Quater, che nonostante venga da molti "non del mestiere" definito una revisone dei processi precedenti, non lo è. Per motivi tecnici, che vi spieghiamo di seguito.

La revisione avanzata nel 2011,dall'allora procuratore generale di Caltanissetta Roberto Scarpinato, venne respinta dalla Corte di Appello di Catania perché – dissero i giudici – "Allo stato dei fatti l'istanza di revisione fondata sull' asserita responsabilità di un terzo è inammissibile qualora la responsabilità non sia stata accertata giudizialmente in modo definitivo".
Motivi tecnici dunque dicevamo, che prevedono che la revisione non possa essere accettata in assenza di sentenze definitive a carico degli imputati.

Udienza veloce quella di oggi duqnue. L'avvocato Rosalba Di Gegorio ha chiesto  l'acquisizione delle dichiarazioni di Mario Bò rese nel marzo del 2001, nel processo Borsellino bis.
La prossima udienza è stata fissata per il dicembre, giornata in cui dovrebbe essere ascoltato Salvatore La Barbera oggi assente.

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