Palermo. Braccia incrociate per i lavoratori dell'Italtel di Carini, a pochi chilometri da Palermo.
Le organizzazioni sindacali hanno rigettato il piano di tagli dell'azienda, che "non garantisce prospettive oltre il dicembre del 2014".
"La situazione - dicono Fiom, Fim e Uilm - è gravissima. E' un piano che rischia di cancellare per sempre l'azienda".
L'azienda ha nuovamente annunciato un quadro non positivo sottolineando che pur aumentando il fatturato rispetto al 2012, a oggi Italtel registra un margine inferiore rispetto alle previsioni di 7 milioni. Per questo motivo è stato riproposto un piano che mira a ridurre il personale e a tagliare il costo del lavoro. L'azienda ha proposto, spiegano i sindacati, un aumento degli esuberi, che passerebbero dai 260 residui (a fronte dei 190 lavoratori che hanno accettato l'incentivo per l'uscita) a 380. I 120 esuberi aggiuntivi deriverebbero, secondo l'azienda, 40 dal mancato raggiungimento degli obiettivi di fatturato, 80 per il mancato turn over previsto negli anni 2013 e 2014. I 380 esuberi verrebbero gestiti: 340 con la cassa integrazione straordinaria, 40 con i contratti di solidarietà. Inoltre per l'azienda, e su questo il no dei sindacati è totale, il contributo aggiuntivo alla cassa integrazione di 280 euro va eliminato. L'azienda ancora ha chiesto la revisione di alcuni istituti previsti dalla contrattazione aziendale: eliminazione della quota accantonata (premio fisso di 534 euro erogato a luglio) eliminazione premio fisso (36 euro fisso mese), della reperibilità, con la proposta di portarla a 150 euro settimanali e il riconoscimento di 11,72 euro come terzo di trasferta (indennità per un pasto), per tutte le fasce.
"I lavoratori già da parecchi anni fanno sacrifici - spiega Annamaria Cernigliaro, delegata Fiom Cgil -, utilizzando strumenti come la cassa integrazione, i contratti di solidarietà e lavorando da casa e si aspettano che la situazione cambi. Invece l'azienda continua a ritenere prioritaria la situazione finanziaria e non la salvaguardia delle professionalità''.
''A fronte di questa riduzione del personale e dei costi l'azienda - dicono i sindacati - ha comunque dichiarato di voler stipulare un accordo fino al 31 dicembre 2014 e di non essere disponibile a discutere di altri ammortizzatori sociali per la conservazione del posto di lavoro per il 2015".