Il Ponte sullo Stretto non si farà. Domani scadrà il contratto per la realizzazione della struttura e quindi, a meno di novità entro la mezzanotte, il progetto sarà accantonato.
A confermare lo stop definitivo è il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, a margine della firma del contratto istituzionale di sviluppo della linea ferroviaria Messina-Catania-Palermo.
"A novembre abbiamo emanato un decreto, poi trasformato in legge, che fissava - ha ricordato Passera - le condizioni per tenere aperto il progetto. E sono stati dati oltre quattro mesi di tempo, fino al primo marzo, per riformulare l'accordo con il contraente generale. Purtroppo, fino ad ora, non ci sono stati segnali concreti di voler accedere a quanto previsto dalla legge, ad oggi la scadenza non è stata rispettata e, di conseguenza, accadrà quanto previsto dalla legge".
Nella seduta del Consiglio dei ministri del 31 ottobre scorso, si era infatti stabilito "di prorogare, per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per l'approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità". "Tale decisione – spiegava Palazzo Chigi - si è motivata dalla necessità di contenimento della spesa pubblica, vista anche la sfavorevole congiuntura economica internazionale, ed è in linea con la proposta della Commissione europea dell'ottobre 2011 di non includere più questo progetto nelle linee strategiche sui corridoi trans-europei. Solo tali opere, infatti, possono godere del co-finanziamento comunitario. Qualora in questo periodo di tempo non si giungesse a una soluzione tecnico-finanziaria sostenibile, scatterà la revoca ex lege dell'efficacia di tutti i contratti in corso tra la concessionaria Stretto di Messina spa e il contraente generale, con il pagamento delle sole spese effettuate e con una maggiorazione limitata al 10%.Questa nuova procedura dovrà essere accettata dal contraente generale tramite la sottoscrizione di un atto aggiuntivo al contratto vigente".
A oggi l'atto aggiuntivo non c'è. Da qui la decadenza del contratto.
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