È una bella lotta quella a chi si aggiudica la palma di "autonomista". Sia a sinistra, che al centro e a destra in Sicilia la corsa è ad accaparrarsi il copyright dell'ideologia sicilianista, per risvegliare negli isolani quel sentimento più che campanilista, sbandierando il quale si sono fatte tante mancate rivoluzioni siciliane. Patti, intese, alleanze, tutte sotto la bandiera della Trinacria, sono nate per rompersi salvo poi ricomporsi. Questa tornata elettorale, politica e nazionale, non fa eccezione; con un sistema elettorale che regala il Senato alla coalizione con più Regioni nel carniere.
Dalle parti del centrosinistra toccherà a Rosario Crocetta, con la lista del Megafono, intercettare i voti a maggiore valenza territoriale, mentre il Pd e Sel penseranno all'elettorato più politicizzato. Tanto che il presidente della Regione non manca di fare pubblica dichiarazione di fede: "Sono convinto che i siciliani ormai comprendono che l'unica forza coerentemente autonomista in Sicilia è il Megafono-lista Crocetta e faccio appello ai veri autonomisti, di avviare insieme a noi un percorso che difenda la Sicilia dagli attacchi leghisti".
Crocetta, dal suo punto di vista, mette in allarme i siciliani dal pericolo leghista, inteso come Lega Nord, proprio mentre a questa sembra aggiungersi una sorta di Lega Sud federata pur'essa con il Pdl. Grande Sud più Pds- Mpa da soli bastano per esprimere l'auotonomismo siciliano nel centrodestra? Risposta indiretta arriva dal miccicheiano Pippo Fallica, che ricorda come "le esperienze di governo del centrodestra hanno dimostrato che quando il Sud è forte e ben rappresentato – 61 a zero docet – non c'è Lega che tenga, il Meridione e la Sicilia ne beneficiano enormemente". Quindi la stoccata dell'ex parlamentare di Grande Sud a Crocetta: "Se chi governa si concentrasse di più sulle riforme da fare, piuttosto che imbastire sterili e demagogiche polemiche elettorali, la Sicilia ne gioverebbe di certo".
La Sicilia ai più sicilianisti.
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