Si respira una cattiva aria in Sicilia, di questi tempi. Un'aria satura di malcontento, indignazione, rabbia. L'infausto momento politico - economico, giunto al suo culmine, almeno si spera, ha provocato una sorta di onda lunga, partita dai social network. Il sentimento più diffuso è quello che spinge ad una reazione, rabbiosa, dura. Un segnale che i cittadini vogliono dare in risposta ad una politica degli interessi privati, ad una manovra economica che manda in apnea il popolo, ad una prospettiva di futuro che diventa anacronistica.
Nascono in continuazione gruppi e movimenti, sul web. Si fanno coraggio, si incitano, si organizzano o tentano di farlo. Non sono solo giovani, sono anche anziani che danno consigli e riportano esperienze, lavoratori, professionisti, casalinghe e componenti di tutte le categorie sociali. Si profila un'enorme voglia di fare, più che di dire. Davanti ad una realtà sempre più difficile, in cui tirare fino alla fine di ogni mese diventa impossibile, davanti ad un continuo aumento dei prezzi ed una conseguente diminuzione del potere d'acquisto del denaro, la gente diventa "feroce".
Un dato allarmante emerge su tutti: la politica è morta!!! Questa l'opinione del popolo. Le persone non si riconoscono più negli ideali delle varie correnti, continuamente deluse da lotte intestine volte solo all'accaparramento di poltrone o scranni in Parlamento e Senato. La gente conosce bene quali dovrebbero i compiti della politica, conosce bene il fatto che essa sia nata ed esistita per garantire il bene di un popolo ancora sovrano. E adesso la gente si incazza!!!
Il "Movimento dei Forconi", che racchiude le categorie dei coltivatori, degli allevatori e degli agricoltori in generale, ha chiamato a raccolta molte altre categorie. Gli autotrasportatori, i commercianti, gli studenti, il popolo. Per voce di Mariano Ferro da Avola, il Movimento dei Forconi non chiede più alcuna interlocuzione politica, stanco di anni di promesse disattese, è passato all'attacco.
"Occuperemo tutti i porti della Sicilia, gli aeroporti, gli snodi autostradali, le raffinerie, le banche e le sedi dell'agenzia delle entrate - ha detto Mariano Ferro - e non ci fermeremo. Dal 16 al 20 gennaio, i siciliani dimostreranno all'Italia intera che non sono più disposti a tollerare. Paralizzeremo l'Isola. Ci muoveremo con tir e trattori e faremo capire che un tempo è finito ed un altro sta per iniziare".
Parole cariche di fervore, quelle di Ferro, ma anche di lucida e ponderata determinazione. "Non permetteremo che venga sventolato nessun vessillo politico, nessuna sigla sindacale. L'intento è quello di non concedere strumentalizzazioni di sorta. Saremo uniti sotto la bandiera della rivolta, perchè in gioco ci sono le nostre vite ed il futuro dei nostri figli".
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