Nelle carceri siciliane nessuno vota. I seggi aperti nei penitenziari isolani per le regionali appena passate sono andati deserti. Lo stesso fenomeno si era verificato in occasione delle elezioni comunali palermitane del maggio scorso, quando all'Ucciardone e al Pagliarelli avevano votato in 4 su 1.400 detenuti. Il dato odierno parla di 46 schede votate su 7.050 detenuti, come riportato ieri dal giornalista Lirio Abbate in un articolo pubblicato sul sito dell'Espresso.
Viene difficile imputare all'astensionismo dilagante in Sicilia la pressochè nulla partecipazione carceraria alle votazioni, tanto che il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia parla di un disegno mafioso ben preciso, in un contesto storico così delicato: ''La mafia c'è, è presente e guarda sempre la politica. Nei momenti di passaggio, se non ha già accordi stabiliti si prepara a trattare la scadenza politica nazionale, troppo vicina per non guardarla con interesse. Potrebbero cominciare da qui in poi le trattative''.
Gli uomini di Cosa nostra, quindi, sarebbero in attesa di scegliere da che parte schierarsi: "Certamente la mafia non ha investito in nessun candidato che ha vinto. C'è un'astensione molto alta ed è probabile che la mafia abbia preferito in questo momento stare alla finestra in attesa di vedere se riesce a stringere nuovi patti. Questa potrebbe essere l'occasione per un colpo di reni del Parlamento per approvare in fretta la legge sullo scambio elettorale politico-mafioso che lo stesso ministro Severino si è impegnata a far approvare in questo scorcio di legislatura".