La ex titolare di una macelleria di piazza Tommaso Natale ha riconosciuto in aula il suo estorsore. L'uomo, Salvatore Randazzo, soprannominato "razzatinta", già condannato per mafia, nel 2009 sarebbe stato co - autore di una serie di intimidazioni e di tentativi di estorsione ai danni della macelleria. Davanti ala quinta sezione del tribunale di Palermo la donna ha effettuato il riconoscimento.
La donna ha raccontato come all'epoca dei fatti, un giorno, un uomo mai visto si sia presentato presso la sua attività commerciale, dicendo che gli sarebbe servita della carne per i carcerati. Il giorno successivo, lo stesso uomo si sarebbe ripresentato in compagnia di Randazzo, che rivolgendosi al marito della donna avrebbe detto "qui c'è il mio amico che deve campare".
La titolare allora tentò di cacciarli coraggiosamente fuori dal locale, am per tutta risposta le fu detto di non intromettersi in "cose da uomini". Tempo dopo, la donna riconobbe sul giornale le facce di Randazzo dell'amico, in seguito ad una retata di mafia. Fu in quel momento che decise di denunciare il tentativo di estorsione aggaravata. Dopo la denuncia la vita della donna e del marito cambiò radicalmente. La gente del posto "tolse loro il saluto" , come si dice dalle nostre parti, e la macelleria in breve rimase deserta, gli affari crollarono ed i debiti sommersero i commercianti. Il costo dell'onestà e la sub cultura radicata in certa gente, ancora oggi, rappresentano una contrapposizione difficile da digerire.