Una bomba ecologica all'interno del Parco della Favorita, alle falde di Monte Pellegrino. Dodici mega cisterne sotterranee, risalenti alla seconda guerra mondiale e ancora piene di quel carburante che veniva utilizzato per rifornire i mezzi. Sono di proprietà della Marina militare, ma su chi dovrebbe occuparsi della loro bonifica la querelle è in corso. La notizia è stata riportata ieri su La Repubblica. La profondità di ognuna va dai 10 ai 20 metri, per un diametro di 30 metri.
Il rischio che il carburante possa uscire e inquinare le falde acquifere è reale, trattandosi di cisterne molto vecchie e che un primo crollo si è già verificato. Il tetto in cemento armato di uno dei pozzi ha ceduto. E la tossicità del materiale contenuto è dimostrata anche dalla fine che hanno fatto gli alberi di carrubo, morti non appena le radici sono entrate in contatto con il residuo di carburante. Tutt'intorno al cratere, la marina militare ha sistemato una rete metallica come misura di sicurezza.
Il problema di competenza/responsabilità, come sempre accade, rallenta le cose. L'area in questione rientra nella Riserva naturale orientata di Monte Pellegrino, dal '96 gestita dai Rangers. La proprietà delle cisterne però è della Marina militare, cui spettano quindi la bonifica e la manutenzione.
Secondo il capo dei Rangers Salvatore Palascino, è evidente che qualcosa non va, visto che attorno a quell'area i livelli di crescita di piante è inferiore o addirittura nullo rispetto ad altre zone della riserva. E' preoccupato Palascino, perché quel liquido è altamente infiammabile e in caso di incendio potrebbe scatenarsi l'inferno, visto e considerato che i pozzi sono dodici e che "Tutto il territorio circostante è disseminato di sfiati metallici da cui fuoriescono esalazioni di petrolio e botole con scale che si perdono nell' oscurità" . L'Arpa, l' Agenzia regionale per la protezione dell' ambiente, ha già avviato i controlli per verificare eventuali danni all' ecosistema e alle falde acquifere. I tempi per i riscontri, però, non sono brevi.